<< Introduzione
<< Capitolo 11: Carcassonne, Tolosa, Bordeaux
Per entrare in Spagna da Bordeaux ho dovuto prendere un treno per Hendaye, una città costiera di confine, dove sono arrivato dopo quasi tre ore di viaggio. Da lì, non ci sono connessioni dirette tra le ferrovie francesi e quelle spagnole, dato che i paesi iberici usano uno scartamento delle rotaie diverso da quello del resto d’Europa, perciò ho dovuto camminare dalla stazione di Hendaye in Francia fino a quella di Irun in Spagna. Le due stazioni sono distanti circa tre chilometri, e lungo la via ho passato il confine attraversando il ponte internazionale sul fiume Bidasoa.
Ora devo fare una lunga filippica riguardo ai treni in Spagna, con cui ho avuto vari problemi. Solitamente, con un pass Interrail, la prenotazione è necessaria solo per alcuni treni, e la maggior parte delle volte si può riservare online. Non funziona così in Spagna. Lì serve una prenotazione per ogni treno eccetto per le linee suburbane locali (cercanías) che corrono solo tra una città centrale e i suoi sobborghi. In pratica bisogna prenotare ogni trasferimento tra grandi città. Tuttavia, non si può fare online, solo per telefono o in una stazione. Non tutte le stazioni però, solo alcune considerate come “stazioni di lunga distanza”. Inoltre, prenotando per telefono si può riservare un biglietto solo tre giorni prima del viaggio, non prima, e poi bisogna andare a prenderlo fisicamente in una stazione di lunga distanza.
Sapendo questo, ero un po' in ansia nei giorni prima del mio arrivo in Spagna, dato che dovevo prenotare gli ostelli per tempo per evitare di dover pagare troppo, ma senza sapere se avrei potuto davvero viaggiare per il paese. Quando ero a Carcassonne e Tolosa, tre giorni prima di arrivare in Spagna, ho passato l’intera giornata tentando di chiamare per prenotare un biglietto, e ogni volta venivo messo in attesa per vari minuti prima che cadesse la linea. Dopo molti tentativi falliti, e una lunga e stancante camminata con alte temperature e una valigia rotta, ho avuto un attimo di crollo mentale a Tolosa, pensando che forse avrei dovuto fermarmi e andare a casa, oppure invece di andare in Spagna avrei potuto cambiare piani e andare a nord per esplorare di più la Francia, dopotutto mi stava piacendo molto.
Alla fine, quasi alle dieci di sera, ho provato a chiamare ancora e stavolta hanno risposto. Ho chiesto per prenotare e mi hanno detto che non solo si può fare solo tre giorni prima del viaggio, ma bisogna anche ritirare il biglietto più di ventiquattro ore prima di salire in treno. Quindi c’è una finestra di quarantotto ore per prenotare e ritirare il biglietto, che altrimenti scade. Tuttavia, secondo il mio piano, non sarei stato in Spagna ventiquattro ore prima di prendere il treno da Irun, quindi chiamare per prenotare è stato inutile. L’operatrice mi ha letteralmente detto che la mia unica opzione era andare là e sperare che ci fossero ancora posti disponibili. In ogni caso, ho deciso con determinazione che avrei continuato con il mio piano.
Ero molto preoccupato, e quando sono arrivato alla stazione di Irun mi hanno detto che lì si potevano prenotare solo treni locali, per quelli a lunga distanza dovevo andare alla biglietteria dall’altra parte dei binari. Perché ci sono due biglietterie separate su lati opposti dei binari nella stessa stazione va oltre la mia comprensione. Dall’altro lato sono riuscito finalmente ad avere la mia prenotazione, e poi ho aspettato alcune ore per il treno. Ho dovuto cambiare a San Sebastián e prendere la coincidenza per Madrid da lì.
Durante le cinque ore di viaggio, il treno si è fermato improvvisamente circa a metà strada e si sono spente tutte le luci. Siamo rimasti al buio per vari minuti e il controllore è passato per informarci che c’era un guasto. Il treno poi è ripartito comunque, ancora con le luci spente, e solo dopo la stazione successiva si sono riaccese. In tutto ci sono volute più di sei ore da Irun a Madrid, con il cambio e un po' di ritardo. Dopo essere arrivato alla stazione di Madrid Chamartín dovevo prendere la metropolitana verso il centro, ma prima ho dovuto comprare una carta di trasporto e caricare lì il biglietto della metro. Solo alcuni giorni dopo ho scoperto che la fermata in cui dovevo andare, Sol, è anche una stazione dei treni suburbani e quindi avrei potuto usare il pass Interrail. Comunque, ho preso la metropolitana per il centro e sono arrivato all’ostello quasi a mezzanotte.
Ho iniziato la mia visita di Madrid la mattina successiva dalla piazza centrale chiamata Puerta del Sol, che purtroppo era in fase di restauro e quindi perlopiù chiusa. Sono andato a fare colazione e a gustarmi dei churros con cioccolata a uno dei più famosi bar storici della capitale spagnola, prima di visitare la grande Plaza Mayor, che è circondata da bellissimi edifici decorati. Mi sono spostato da lì verso il Palazzo Reale di Madrid, uno dei più stupendi, imponenti e splendidi palazzi che io abbia mai visto. L’enorme complesso ospita numerose sale magnificamente ornate e una grande quantità di favolose opere d’arte, è stato davvero uno dei miei posti preferiti di tutto il viaggio.
Giusto davanti al Palazzo Reale si trova la similarmente sontuosa e monumentale Cattedrale dell’Almudena, anch’essa piena di ricche decorazioni. Sono salito in cima alla cattedrale per avere una fantastica vista su Madrid, prima di andare a un’altra delle maggiori piazze della città, Plaza de España. Lì c’erano bancarelle che vendevano cibi e prodotti latinoamericani, così ne ho approfittato per prendere una salteña boliviana, un fagottino ripieno di carne e salsa piccante. Ho poi preso anche un’enorme palmera come dessert, una versione spagnola della prussiana di pasta sfoglia ricoperta di cioccolata.
Dopo questo pasto veloce ma saporito, sono andato a vedere il Tempio di Debod. Questo è un tempio dell’antico Egitto che è stato smantellato e riassemblato a Madrid come parte di un progetto di ricollocamento per salvare vari monumenti dall’essere sommersi dopo la costruzione della Diga di Assuan. Solo poche persone alla volta possono accedere e c’era una lunga fila, perciò ho dovuto aspettare un’ora e mezza prima di entrare. Il tempio era carino ma anche piccolo, e forse non ne valeva la pena di aspettare così tanto. Poi ho camminato per la grande area verde del Parque del Oeste fino a raggiungere il monumentale Arco de la Victoria. Sono tornato verso il centro camminando lungo la popolare strada commerciale Gran Vía e la famosa Piazza Callao, entrambe circondate da edifici decorati. L’ultima fermata del mio primo giorno a Madrid è stata l’opulenta Chiesa di Sant’Antonio degli Alemanni.
Sono uscito presto la mattina dopo per andare alla stazione di Chamartín e prenotare alcuni dei miei viaggi successivi, e poi ho preso un treno per Segovia. Dato che ormai pochissimi treni si fermano alla vecchia stazione ho dovuto viaggiare fino alla nuova fermata di Segovia-Guiomar. Tuttavia, questa stazione è in campagna e a vari chilometri di distanza dal centro della città, perciò ho preso un autobus che mi ha portato fino all’Acquedotto di Segovia. Questa è un’imponente opera di architettura romana ancora in ottimo stato di conservazione e tra i migliori esempi del suo genere. Ho camminato per la parte bassa della città, dove ho visto la Chiesa di San Millán, e poi sono salito sulla collina fino all’elaborata Cattedrale di Segovia, una grande chiesa in stile gotico.
Ho poi visitato l’altra attrazione principale della città, l’Alcázar. Questo spettacolare castello medievale si trova proprio ai limiti della collina con una vista perfetta sulla campagna e ospita sale sontuose e un museo. Dopo aver visitato l’Alcázar, ho passato del tempo a camminare per l’incantevole centro storico e poi mi sono fermato in un ristorante. Ho mangiato un delizioso piatto di peperoni ripieni di carne piccante, poi una bistecca di vitello e per dessert un arroz con leche, la versione spagnola del risolatte di cui mi sono innamorato dopo averlo provato per la prima volta in Grecia. Dopo questo pranzo saporito sono tornato a Madrid, dove ho camminato un po' per il centro prima di tornare all’ostello. Segovia mi è piaciuta molto, è una piccola città ma piena di storia e attrazioni degne di nota. L’unica cosa spiacevole di questa giornata è che ha piovuto per la maggior parte del tempo e il vento era piuttosto forte, al punto che il mio ombrello si è rotto, giusto pochi minuti prima di arrivare all’ostello a Madrid.
Il giorno successivo ho fatto un’altra gita in giornata, questa volta ad Avila. Durante questo viaggio ho avuto altri problemi con i treni. Per andare da Madrid ad Avila si può prendere un treno suburbano, perciò non dovrebbe servire una prenotazione. Alla stazione Sol ho mostrato il mio pass Interrail e ho chiesto riguardo al viaggio giusto per sicurezza, e mi hanno lasciato passare i cancelli dicendo che non dovevo prenotare niente, bastava prendere il treno e scendere ad Avila, l’ultima fermata. Sono salito sul treno e a un certo punto è passato il controllore e mi ha detto che avrei potuto viaggiare solo fino a Santa María de la Alameda, e per ogni viaggio che va più lontano serviva una prenotazione, ma mi avrebbe lasciato andare lo stesso. Curiosamente, mi è sembrato che stesse dicendo la stessa cosa a tutti. Penso che quel treno sia considerato una cercanía solo per un tratto, per poi diventare un treno a lunga distanza, quindi servono biglietti diversi in base alla destinazione. A quanto pare non ero l’unico che era confuso e non sapeva questa cosa.
Comunque, ad Avila sono passato per la Basilica di San Vicente e poi attraverso la porta delle imponenti mura cittadine. L’attrazione principale della città è l’impressionante serie di mura e fortificazioni medievali che circonda completamente il paese. Queste sono tra le più complete e meglio conservate mura difensive al mondo e davvero uno spettacolo da vedere. Dentro le mura, ho visto la cattedrale gotica, la graziosa piazza centrale e la Chiesa-convento di Santa Teresa di Avila, che ospita il luogo di nascita della santa. Poi ho camminato lungo le mura e infine ho raggiunto un punto panoramico con una vista incredibile sulla città murata. Sono tornato in centro e ho gustato uno dei pasti migliori dell’intero viaggio. Prima ho provato la sopa castellana, un tipo di zuppa d’aglio locale, e poi un cochinillo cochifrito, un piatto tradizionale di carne di maiale arrostita. Entrambi sono cibi tipici della regione della Castiglia ed erano assolutamente deliziosi.
Mentre mi godevo questo pranzo fantastico ha cominciato a piovere. Il mio ombrello si era rotto il giorno precedente e mi ero dimenticato di comprarne uno nuovo quella mattina, perciò mi sono diretto comunque verso la stazione visto che non potevo perdere il treno o sarei rimasto bloccato lì. All’inizio era gestibile perché la mia felpa aveva un cappuccio, ma presto è diventato un potente acquazzone e mi ci sono trovato proprio in mezzo, senza posto per ripararmi e con poco tempo per raggiungere la stazione. Sono arrivato in tempo ma completamente fradicio dalla testa ai piedi. Fortunatamente il mio telefono e il portafoglio non hanno subito danni. Nonostante ciò, Avila è stata comunque piacevole, piccola e tranquilla con molti edifici storici. Sono andato alla biglietteria in stazione per prendere stavolta la prenotazione giusta, ed era gratis. Più tardi sono arrivato a Madrid e, anche dopo le due ore di viaggio, ero ancora interamente bagnato. Ero preoccupato di potermi ammalare ma fortunatamente il giorno dopo stavo benissimo.
Avevo ancora due giorni a Madrid e li ho spesi entrambi continuando la mia esplorazione della città che avevo messo in pausa per andare a Segovia e Avila. Il primo è cominciato passando davanti all’elaborato Palacio de Cibeles, lo sgargiante municipio di Madrid. Presto ero sul Paseo del Prado, uno dei viali principali della città, che ospita i tre grandi musei d’arte che compongono il Triangolo d’Oro dell’Arte: il Museo del Prado, il Museo Reina Sofía e il Museo Thyssen-Bornemisza. Ho iniziato visitando il Museo del Prado, uno dei più grandi e importanti musei d’arte al mondo, dove ho speso più di tre ore a essere incantato dall’indescrivibile bellezza delle opere d’arte che sono ospitate qui.
Successivamente, ho fatto un veloce ma ottimo pranzo godendomi dei montaditos, i popolari mini panini spagnoli, prima di spostarmi verso il Parco del Retiro. Ho vagato per questa vasta e rigogliosa area verde che ospita varie attrazioni come l’alto e ornato Monumento ad Alfonso XII, che si trova in riva a un lago. Dopo essere passato vicino alla Puerta de Alcalá, che era coperta a causa di lavori di restauro, sono andato verso nord per vedere altri due musei. Per primo, ho visitato il Museo Archeologico Nazionale, che ospita una grande collezione di manufatti antichi incluse alcune delle più notevoli sculture iberiche di epoca pre-romana. Poi sono andato al Museo Nazionale di Scienze Naturali, in cui si trovano interessanti esibizioni su zoologia, geologia e paleontologia.
Ho continuato a seguire il viale principale passando davanti agli enormi edifici dei Nuevos Ministerios, famosi per essere il luogo rappresentato come la Banca di Spagna nella serie La casa di carta. Andando ancora verso nord sono arrivato fino allo Stadio Santiago Bernabéu, la rinomata casa del Real Madrid. Quella sera il Real Madrid avrebbe giocato lì, ed è stato divertente vedere l’area già affollata dai tifosi della squadra. Sono tornato all’ostello e ho finito la giornata dopo aver camminato un totale di 26,2 chilometri, record per questo viaggio superato solo dal mio secondo giorno ad Amburgo.
Nel mio ultimo giorno a Madrid, sono passato per la Basilica Reale di San Francesco il Grande sulla via verso il Museo Reina Sofía. Questa grande collezione d’arte si concentra perlopiù su opere moderne e ospita uno dei più grandi capolavori della storia, la Guernica di Pablo Picasso. Successivamente, sono andato all’ultimo dei tre musei del Triangolo d’Oro dell’Arte: il Museo Thyssen-Bornemisza. Qui è ospitata un’altra grande quantità di dipinti notevoli, che completano le collezioni degli altri due musei. Dopo questa mattinata ricca d’arte, era ora di pranzo. Era domenica e non sono riuscito a trovare un ristorante economico aperto in quell’area, perciò sono andato a un ristorante cinese dove ho preso dei saporiti piatti di riso alla cantonese e anatra alla cantonese. Mi sono spostato poi verso un altro museo, il Museo Navale, che ospita varie mappe antiche inclusa la mappa di Juan de la Cosa, la più antica a rappresentare il continente americano.
Questa è stata la mia ultima fermata a Madrid prima di prendere il treno per Cordova quella sera. Sono andato presto alla stazione di Madrid Atocha dato che per questo viaggio, e la maggior parte di quelli successivi in Spagna, ho dovuto passare controlli come in aeroporto prima di salire in treno. La mia visita di Madrid è stata davvero soddisfacente e sono rimasto contento della grande quantità di opere d’arte che ho potuto vedere, specialmente nel Palazzo Reale e nei vari musei. Madrid può essere a volte caotica e rumorosa, ma in generale l’atmosfera era piuttosto piacevole, almeno nel centro.
Capitolo 13: Cordova, Siviglia, Cadice, Granada, Ronda >>