<< Introduzione
Per la tappa successiva, sono andato a nord verso la Danimarca, ma il viaggio non è iniziato bene. Per questo treno ho dovuto prenotare quindi avevo un posto assegnato, ma i numeri dei vagoni erano tutti sbagliati e ciò ha causato almeno venti minuti di confusione tra i passeggeri, me compreso, che non riuscivano a trovare dove sedersi. Dopo tre ore e mezza sono arrivato a Copenaghen che mi ha dato il benvenuto con un vento forte e molto freddo che mi ha colpito appena ho messo piede fuori dalla stazione. Una parte integrante della cultura di questa città sono gli hot dog venduti in piccole bancarelle, perciò ho dovuto provarne uno come mio primo pranzo in Danimarca, ed era piuttosto buono. Poi sono andato al Planetario Tycho Brahe, che si trova in riva a un lago, prima di sistemarmi in un ostello nelle vicinanze, che era così grande e moderno che sembrava più un hotel, non sarebbe potuto essere più diverso dal posto piccolo e intimo in cui ho lavorato in Grecia.
Mi sono immediatamente diretto verso il centro città passando davanti ai Giardini di Tivoli, un famoso, ma costoso, parco giochi tra i più antichi al mondo. Invece, sono andato al Museo Nazionale della Danimarca, un enorme museo con molte mostre riguardanti storia, archeologia e cultura danese, e che include anche una sezione dedicata ai vichinghi. Il museo era così grande che ho dovuto fare in fretta e, dato che si stava avvicinando l’orario di chiusura, ho purtroppo dovuto saltare alcune parti. Appena fuori dal museo ho visto, ma solo da fuori, il grande Palazzo di Christiansborg, uno storico castello che ora ospita anche il parlamento danese e l’ufficio del primo ministro.
Seguendo la strada lungo la riva, sono passato davanti alla storica Chiesa di Holmen e il peculiare Børsen, un’elaborata borsa valori del diciassettesimo secolo. In contrasto con queste strutture antiche, ho visto il moderno edificio detto “Diamante Nero”, che ospita la Biblioteca Reale, e il vicino Centro di Architettura Danese. Dopo aver attraversato un ponte ed essere passato per la Chiesa del Nostro Redentore, sono arrivato in uno dei posti che davvero non vedevo l’ora di vedere: Christiania.
Freetown Christiania è una comunità anarchica intenzionale e auto-proclamata nazione indipendente, senza automobili e quasi senza polizia, piena di alberi ed edifici pittoreschi. Nata dall’occupazione di una base militare abbandonata negli anni settanta, è ora parzialmente riconosciuta dalle autorità che si tengono perlopiù al di fuori da quest’area. Autogovernata e autogestita, questa piccola utopia anarchica è famosa anche per l’aperto commercio di droghe leggere, che sarebbero illegali in Danimarca, sulla centrale Pusher Street. Nonostante quello che potrebbe sembrare, non è un posto malfamato ma, al contrario, una delle maggiori attrazioni turistiche di Copenaghen, anche se in gran parte della zona non è permesso fare foto. La sua atmosfera di libertà e anticonformismo rende Christiania veramente unica e assolutamente un posto da vedere. Sono rimasto lì per cena e ho mangiato shawarma, un piatto mediorientale simile al doner kebab, mentre mi gustavo la famosa birra locale.
Dopo cena, ho lasciato Christiania e, giusto all’ora del tramonto, ero a Nyhavn, la famosa via lungo la riva di un canale sulla quale si affacciano molte case colorate, una delle attrazioni più caratteristiche di Copenaghen. Sulla strada per tornare all’ostello sono passato attraverso la più grande piazza della città, Kongens Nytorv, e la vivace strada pedonale Strøget, piena di molti negozi di marchi famosi.
Ho cominciato il giorno successivo visitando l’interno del municipio, che ospita l’Orologio Mondiale di Jens Olsen, un elaborato orologio astronomico, e poi ho camminato verso la grande Frederiks Kirke e i vicini palazzi di Amalienborg, residenza della famiglia reale danese. A quel punto, la pioggia leggera della mattina aveva iniziato a diventare più intensa ma ho continuato comunque, raggiungendo il Kastellet, una ex fortezza che ora funge da parco cittadino. Presto sono arrivato all’attrazione più famosa di Copenaghen, la Statua della Sirenetta sulla riva del mare e, non lontano da lì, ho visto anche la Sirenetta Geneticamente Modificata, una parodia della scultura più famosa.
Ho dovuto camminare un po' per tornare in centro, dove ho pranzato con un tradizionale smørrebrød. Onestamente non mi ispirava molto ma la versione che ho scelto, con uova e gamberetti, era molto più saporita di quanto mi aspettassi. Intorno a quell’ora aveva smesso di piovere, e sono andato a rilassarmi nel parco Kongens Have, che circonda il Castello di Rosenborg. Dopo aver fatto una passeggiata nel vicino giardino botanico, ho visitato la Rundetaarn, un ex osservatorio astronomico con una piattaforma in cima, dalla quale si può godere di una fantastica vista di Copenaghen.
Ho usato il mio ultimo giorno a Copenaghen per fare un’escursione in Svezia, passando lo stretto di Øresund sul lungo sistema di ponte e tunnel che collega la capitale danese con la città svedese di Malmö. Appena fuori dalla stazione a Malmö c’erano già alcune sculture peculiari come la Pistola Annodata, un emblema della non-violenza. Ho camminato attraverso il vicino distretto di Västra Hamnen, precedentemente un’area industriale e ora trasformata in un esclusivo quartiere pieno di edifici moderni e avanzati come il Turning Torso. Questo grattacielo era il più alto dei paesi nordici quando l’ho visto, e giusto pochi giorni dopo è stato superato da un edificio in costruzione a Göteborg.
Poi ho raggiunto il lungomare di Scaniabadet, dalla quale c’era una grandiosa vista sullo stretto di Øresund e Copenaghen dall’altro lato. Seguendo la via e il parco lungo la riva, sono poi finalmente arrivato al Castello di Malmö, che ora ospita un museo di arte e storia locale. Con lo stesso economico biglietto del castello ho potuto visitare anche il Museo della Tecnologia e del Mare, con esposizioni dedicate alla scienza e ai veicoli storici. Ho poi camminato per i parchi attorno al castello e ancora un po' nel centro della città, prima di tornare alla stazione.
Dopo una breve corsa in treno ho raggiunto la mia destinazione successiva, la città universitaria di Lund. Ho visitato il Museo Storico e poi la vicina cattedrale. Sfortunatamente, la sua facciata era in fase di restauro perciò non ho potuto godere a pieno della sua bellezza, ma almeno ho potuto apprezzare il suggestivo orologio astronomico dentro la chiesa. Ho camminato per il grazioso centro di Lund per alcune ore, e il punto di riferimento più notevole che ho visto è stato il magnifico edificio coperto di edera della biblioteca centrale dell’università. Verso la fine della giornata hanno iniziato a farmi molto male le gambe, i tre giorni consecutivi in cui ho camminato più di venti chilometri ciascuno stavano iniziando a farsi sentire, perciò ho presto preso il treno per tornare a Copenaghen. Questo non ha rovinato la mia visita a Lund, che deve essere tra le città più pacifiche che io abbia mai visitato, con vari spazi verdi, molte biciclette, piazze con gente che suonava e ballava, e in complesso un’atmosfera veramente rilassata.
In conclusione, mi è piaciuta Copenaghen, anche se la pioggia e il vento freddo hanno talvolta reso difficile godersela a pieno. Le mie aspettative erano molto alte e sono perlopiù state soddisfatte, ma forse mi ero immaginato una città più tranquilla mentre invece era davvero movimentata, specialmente nei distretti centrali. In ogni caso, la mia esperienza è stata molto positiva ed è stato bello vedere così tante persone in bici in tutta la città. Un’atmosfera più pacifica l’ho trovata a Malmö e ancora di più a Lund, con la seconda che si classifica tra mie città preferite di quelle che ho visto in questo viaggio.
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