Più di 1700 anni sono passati dall’anno 301, ci sono state innumerevoli invasioni, rivoluzioni e guerre, nazioni sono nate e scomparse, imperi sono sorti e caduti, ma una cosa è rimasta costante sulla mappa globale in continua evoluzione durante tutto questo periodo: la Repubblica di San Marino.
San Marino è una piccola nazione, il quinto più piccolo stato indipendente al mondo, sia in dimensione (più grande solo di Tuvalu, Nauru, il Principato di Monaco e la Città del Vaticano) che popolazione (Palau, Nauru, Tuvalu e la Città del Vaticano sono gli unici con meno abitanti), ed è incastonata tra gli Appennini, completamente circondata dall’Italia e vicino a Rimini e le località balneari della riviera romagnola. La maggior parte dei suoi 33.000 abitanti parla italiano, che è la lingua ufficiale, e il romagnolo parlato anche nell’area circostante.
Quindi, come ha fatto uno stato così piccolo a sopravvivere per così a lungo in una regione storicamente molto contesa? Come è diventato il più antico stato ancora esistente al mondo? Perché non è parte dell’Italia? Ha veramente più di 1700 anni? Per rispondere a tutte queste domande su San Marino dobbiamo cominciare da… San Marino.
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Posizione e mappa di San Marino (TUBS, Wikimedia Commons, CC BY-SA 3.0).
La fondazione di San Marino
Secondo la tradizione, San Marino era uno scalpellino nato nel tardo terzo secolo sull’isola di Arbe, oggi in Croazia, ma all’epoca parte dell’Impero Romano. Si trasferì a Rimini con un altro scalpellino di nome Leo per aiutare con la ricostruzione delle mura cittadine che erano state distrutte dai pirati, e i due lavorarono all’estrazione della pietra dalle montagne che circondano la città. Sia Marino che Leo erano cristiani e iniziarono a professare il loro credo agli abitanti del posto, ma questo era il periodo appena prima della persecuzione dei cristiani sotto Diocleziano, e presto dovettero fuggire verso le montagne.
Le fonti tradizionali raccontano che una donna dalla sua natia Dalmazia venne a Rimini affermando di essere la legittima moglie di Marino, e minacciò di denunciarlo alle autorità romane per essere un cristiano, e questo causò la fuga dalla città. Marino scappò sulla cima del Monte Titano dove fondò una cappella e un monastero sulla montagna, e radunò una piccola comunità, mentre Leo (successivamente venerato come San Leo di Montefeltro) fondò un altro paese vicino, ora chiamato San Leo. La donna dalmata apparentemente riuscì poi a trovare Marino, ma lui la convinse a convertirsi al cristianesimo.
Presto il nuovo villaggio fu scoperto dagli abitanti del posto, che inizialmente erano opposti alla loro presenza. Tra queste persone c'erano la proprietaria del terreno, una ricca donna di Rimini chiamata Donna Felicissima e suo figlio Verissimo. Durante un confronto con Marino, Verissimo cadde a terra, paralizzato, e il santo lo curò. Felicissima lo ringraziò per questo miracolo donando la terra del Monte Titano alla comunità di Marino e convertendosi al cristianesimo con tutta la sua famiglia. Questa terra diventò poi nota come Terra di San Marino. Anni dopo, Marino avrebbe pronunciato sul suo letto di morte la frase “Relinquo vos liberos ab utroque homine”, un’espressione in latino traducibile come “vi lascio liberi da ambedue gli uomini”, con i due uomini verosimilmente un riferimento all’imperatore e al papa.
La data tradizionale della fondazione di San Marino è il 3 settembre 301, mentre Marino sarebbe morto nel 366. Quanto della storia sia reale e quanto sia leggenda è ancora oggetto di dibattito. La maggior parte dei racconti sul santo vengono da un manoscritto datato intorno al decimo secolo chiamato Vita Sancti Marini (Vita di San Marino), ma esistono diverse versioni di ogni leggenda. Le sue ultime parole sono probabilmente leggendarie e hanno molto più senso secoli dopo, quando la sovranità di San Marino poteva essere contestata sia dal papa che dall’imperatore del Sacro Romano Impero. Avere le presunte parole di un santo dalla loro parte, che affermavano l’indipendenza da entrambi i poteri, poteva dare alla piccola Repubblica molta più legittimità. Perciò, per quanto leggendaria, la frase divenne un pilastro dell’indipendenza e della cultura di San Marino.
Dipinto di San Marino.
Da un piccolo villaggio a una nazione indipendente
In ogni caso, una piccola comunità esisteva sul Monte Titano nell’Alto Medioevo, come affermato dalla testimonianza più antica, un documento dell’anno 511 compilato da uno scrittore di nome Eugippio che parla di un monaco, probabilmente uno dei primi successori di Marino, che viveva qui. Una prova più sostanziosa dell’esistenza di San Marino nel Medioevo viene dal Placito Feretrano dell’anno 885. Questo documento, in realtà una copia rovinata dell’originale risalente all’undicesimo secolo, racconta di una disputa giuridica tra Delto, vescovo di Rimini, e Stefano, abate di un monastero a San Marino. Delto accusò Stefano di aver usurpato del terreno, ma la sentenza stabilì che il territorio non era mai appartenuto alla diocesi di Rimini. Mentre questo non prova che San Marino fosse uno stato pienamente indipendente, dato che era probabilmente soggetto o al papa o all’imperatore, è comunque una prova che un castello, un monastero e una comunità libera e organizzata esistevano sul Monte Titano.
L’età dei comuni in Italia venne poco dopo e San Marino era solo una di numerose piccole città-stato autonome situate in tutta la penisola italiana. A partire circa dall’anno 1000 San Marino fu governata dall’Arengo, un’assemblea dei capifamiglia delle più potenti famiglie locali, in modo simile ad altri consigli che esistevano in molte città-stato italiane all’epoca. Nel 1243 la Repubblica istituì la posizione di Capitani Reggenti, i due capi di stato eletti ogni sei mesi. Questa posizione, ispirata dagli antichi consoli della Repubblica Romana, esiste ancora oggi.
All’epoca, San Marino era ancora nominalmente sotto il feudo di Montefeltro (con centro a San Leo), nello Stato della Chiesa, ma nel 1291 il primo riconoscimento dell’indipendenza di San Marino venne da una bolla papale di Papa Niccolò IV. Solo cinque anni dopo, nel 1296, la sua indipendenza è confermata da un altro documento giudiziario. Una disputa tra un vescovo e alcune città-stato locali emerse riguardo alcuni tributi non pagati, e fu determinato che, mentre le città di San Leo, Maiolo e Talamello non dovevano pagare perché godevano di speciali privilegi, San Marino non era soggetta a tasse per diritto, dato che il loro santo li lasciò liberi con le sue leggendarie parole.
Lotta per la sopravvivenza
Intanto, il territorio della Repubblica si stava espandendo. Durante l’undicesimo secolo, la comunità necessitava di un luogo in cui tenere un mercato settimanale e, per poterlo fare, fondò la città di Borgo Maggiore (allora nota come Mercatale), mentre nel 1243 San Marino comprò il diritto di riscuotere le tasse nei villaggi di Acquaviva e Ventoso. Nel 1320 la città di Chiesanuova chiese volontariamente di diventare parte della Repubblica, che così si espanse ancora di più, anche se solo a territori immediatamente circondanti Monte Titano.
Quando nel 1460 Papa Pio II promise di cedere altri territori alla piccola Repubblica, la famiglia Malatesta, signori di Rimini e governatori delle terre coinvolte nella disputa, protestarono e mossero guerra contro San Marino. La città-stato si alleò con il Ducato di Urbino e fu appoggiata dal papa. I sammarinesi riuscirono a vincere più volte contro i Malatesta, occupando i loro forti a est del Monte Titano, addirittura minacciando di raggiungere Rimini. Nel 1463 furono firmati i Patti di Fossombrone, un trattato di pace che riconobbe che le città di Serravalle, Domagnano, Faetano, Montegiardino e Fiorentino erano ora parte di San Marino. I confini di San Marino, fissati più di 550 anni fa con questo trattato, sono invariati ancora oggi.
Questa guerra fu solo il primo di vari tentativi da parte di potenze più grandi di occupare o conquistare San Marino nell’era moderna. Il successivo venne durante le caotiche guerre d’Italia, quando Cesare Borgia, condottiero mercenario e figlio illegittimo di Papa Alessandro VI, occupò la Repubblica nel 1503. In quel periodo, Borgia stava cercando di conquistare la Romagna e le Marche per creare un suo stato nella zona ed era appoggiato da suo padre, ma il papa morì nello stesso anno dell’occupazione di San Marino. Il nuovo papa, Papa Giulio II, era un forte oppositore di Borgia e lo forzò a lasciare San Marino, rendendo la Repubblica di nuovo libera dopo solo pochi mesi.
San Marino fu minacciata di nuovo nel 1543, quando un signore feudale dalla Toscana, Fabiano di Monte San Savino, radunò un esercito per attaccare la Repubblica ma fallì, secondo le testimonianze, dopo essersi perso in una fitta nebbia. Per proteggersi da altre potenziali minacce, San Marino firmò un trattato di protezione con Papa Clemente VIII nel 1602, che entrò in vigore nel 1631, quando lo Stato della Chiesa riconobbe nuovamente la Repubblica come indipendente. Però, circa cento anni dopo, la libertà di San Marino fu nuovamente in pericolo.
Vista della Torre Guaita, la più grande delle tre fortificazioni costruite nel Tardo Medioevo sul Monte Titano a San Marino (Commonists, Wikimedia Commons, CC BY-SA 4.0).
Nel corso dei secoli, il vecchio Arengo fu lentamente rimpiazzato dal Consiglio Grande e Generale, un parlamento controllato da poche ricche famiglie che trasformarono la Repubblica in un’oligarchia. Nel 1737, alcuni cittadini pianificarono di rovesciare il Consiglio e ristabilire l’Arengo, ma furono arrestati. Uno di questi cospiratori era un membro di una importante famiglia nello Stato della Chiesa, ma San Marino si rifiutò di consegnare il suo caso a una corte papale.
Dopo il fallimento dei negoziati, Papa Clemente XII mandò Giulio Alberoni, cardinale e governatore di Ravenna, a San Marino nell’ottobre 1739, apparentemente per liberare i cittadini dall’oppressione degli oligarchi. Per questo motivo, Alberoni fu inizialmente accolto dagli abitanti del luogo come un liberatore, ma presto divenne chiaro che il cardinale stava tentando di prendere il controllo della nazione per annetterla al territorio del papa. Alberoni prese il potere con la forza e adottò una serie di riforme, compresa l’abolizione dei Capitani Reggenti che furono sostituiti da un singolo governatore nominato dallo Stato della Chiesa. Non convinto dai metodi di Alberoni, e sotto la pressione delle potenze internazionali, il papa mandò il governatore di Perugia, Enrico Enriquez, a controllare quanto la popolazione locale supportava le riforme. Quando Enriquez riportò che l’intera popolazione era opposta ad Alberoni, San Marino fu liberata e riconquistò la sua piena indipendenza il 5 febbraio 1740.
Come San Marino non è diventato parte dell'Italia
San Marino fu di nuovo circondata da stati in guerra durante le guerre napoleoniche. Durante la campagna d’Italia del 1797, un generale francese minacciò di attaccare la Repubblica se non avessero arrestato e consegnato il vescovo di Rimini, che era accusato di complottare contro i francesi ed era fuggito a San Marino. I Capitani Reggenti promisero di aiutare i francesi ma il vescovo aveva già lasciato la Repubblica.
Durante queste trattative, Napoleone si affezionò ad Antonio Onofri, uno dei Reggenti, e alla piccola nazione, che vedeva come un esempio degli ideali di libertà che erano alla base della Rivoluzione francese. Il generale offrì a San Marino di espandere i suoi confini fino al mare, ma Onofri rifiutò cortesemente. La mossa di Onofri probabilmente salvò la Repubblica dall’essere vista come alleata di Napoleone e da potenziali ripercussioni negative dopo la fine delle guerre. In cambio, Napoleone garantì che San Marino sarebbe rimasta indipendente, la rese esente da tassazioni e donò grandi quantità di grano alla popolazione. La Repubblica rimase in relazioni cordiali con i francesi durante questo periodo pur non essendo apertamente alleata con loro e, dopo la fine delle guerre, Onofri riuscì a ottenere il riconoscimento internazionale dell’indipendenza di San Marino al Congresso di Vienna nel 1815.
La metà dell’Ottocento era l’epoca del Risorgimento italiano, il movimento politico e sociale che aveva come obiettivo l’unificazione della regione in un’unica nazione. Molti sammarinesi presero parte alle rivolte contro le potenze straniere e il piccolo stato accolse molti rifugiati. Dopo le rivoluzioni del 1848, lo Stato della Chiesa fu brevemente rimpiazzato dalla Repubblica Romana nel febbraio 1849, ma questo governo durò solo fino al successivo luglio, prima di essere rovesciato dall’esercito francese.
Giuseppe Garibaldi, generale italiano e uno dei padri dell’unificazione dell’Italia, fu costretto a ritirarsi da Roma ed era inseguito da truppe francesi, austriache, spagnole e napoletane. Circondato da ogni lato, Garibaldi cercò rifugio a San Marino, entrando nella nazione neutrale prima di aver ricevuto l'approvazione. Inizialmente opposti, i Capitani Reggenti permisero a Garibaldi e ai suoi uomini di restare in cambio della garanzia che San Marino sarebbe rimasta indipendente nel caso in cui l’Italia fosse stata unificata.
Negli anni successivi, l’Austria e lo Stato della Chiesa guardarono con sospetto alla Repubblica e pianificarono di rovesciarla nel 1853, prima di essere fermati dall’imperatore francese Napoleone III. Nel 1861, l’Italia fu finalmente unificata e, ricordando l’ospitalità ricevuta, Garibaldi mantenne la promessa e lasciò San Marino come stato indipendente, una condizione confermata da un trattato di amicizia con l’Italia nel 1862. Nel 1906 l’oligarchia fu abolita dopo un referendum e si svolsero le prime elezioni libere, seppur con suffragio limitato.
San Marino dalla prima guerra mondiale fino ad oggi
Anche se aveva evitato di diventare parte dell’Italia, ed era ora circondata da una nazione amica, San Marino non era ancora completamente al sicuro. Durante la prima guerra mondiale, San Marino rimase neutrale ma gli italiani temevano che la Repubblica potesse offrire rifugio a disertori e ospitare spie austriache, perciò esercitarono un alto livello di controllo sulle attività della nazione e tagliarono le connessioni. Ciò nonostante, alcuni sammarinesi prestarono servizio nell’esercito italiano come volontari e San Marino supportò la rivendicazione italiana dell’isola di Arbe, terra natale di San Marino. Questo irritò gli austriaci ma, infine, il piccolo stato non entrò mai in guerra.
Con l’ascesa del fascismo in Italia, un partito fascista fu fondato anche a San Marino e prese velocemente il potere il 1 ottobre 1922, quasi un mese prima della marcia su Roma di Mussolini. La natura violenta e oppressiva del governo trasformò presto la nazione in una dittatura modellata su quanto stava accadendo in Italia nello stesso periodo, con l’abolizione di ogni altro partito e del Consiglio Grande e Generale. Il governo fascista dell’Italia cadde il 25 luglio 1943, e solo tre giorni dopo una grande protesta a San Marino ottenne l’abolizione della dittatura e richiese nuove elezioni. Dopo le elezioni, un governo antifascista prese il potere ma seguirono mesi di violenza tra i sostenitori delle due fazioni in guerra.
Nel giugno 1944 San Marino fu bombardato dai britannici, che credevano erroneamente che la nazione fosse caduta in mano ai tedeschi. In realtà, le truppe tedesche arrivarono poco dopo ma San Marino protestò contro questa mossa citando la sua neutralità. Forze tedesche e britanniche si scontrarono nell’unica battaglia della seconda guerra mondiale combattuta su territorio sammarinese in settembre. Le truppe britanniche vinsero la battaglia e rimasero a San Marino per due mesi, prima di andarsene e ristabilire, per l’ultima volta, la sovranità della nazione. Durante la guerra, San Marino finì con l’ospitare oltre 100.000 rifugiati, nonostante una popolazione di solo 15.000 abitanti.
Dopo la seconda guerra mondiale, San Marino elesse democraticamente un partito comunista al governo nazionale, e questo causò qualche tensione con l’Italia e gli altri paesi occidentali fino al 1957, quando una crisi costituzionale segnò la fine del governo comunista e la normalizzazione delle relazioni internazionali. San Marino non affrontò più minacce esterne alla sua indipendenza ed è ora un membro delle Nazioni Unite e del Consiglio d’Europa.
Come altri piccoli stati europei, San Marino non fa parte dell'Unione Europea ma, grazie ad un accordo monetario, utilizza l'euro come valuta dal 2002 e ha le proprie monete. Nel 2022 San Marino è diventato il primo stato nella storia moderna ad avere un capo di stato apertamente gay, quando Paolo Rondelli fu nominato come uno dei due Capitani Reggenti. Il paese è oggi una destinazione popolare per i turisti, grazie alla sua cultura e alle varie attrazioni storiche.
Uno dei cartelli con la frase “Benvenuti nell’antica terra della libertà” al confine tra Italia e San Marino (Szeder László, Wikimedia Commons, CC BY-SA 4.0).
La terra della libertà
Quindi, San Marino è realmente sopravvissuto come stato indipendente per più di 1700 anni? Sì e no. C’era probabilmente una piccola comunità sul Monte Titano nell’età del tardo Impero Romano, ma la sua storia antica rimane oscura ed è difficile determinare di quanta autonomia godesse realmente, dato che anche se nominalmente o di fatto indipendente, questo status non fu riconosciuto fino a quasi un millennio dopo. Ciò nonostante, la lunga storia di libertà e sopravvivenza di San Marino, anche quando circondata da potenze più grandi e dopo essere stata occupata e minacciata più volte, rimane incredibilmente degna di nota e la sua esistenza nella nostra epoca è una finestra temporale unica verso un passato di piccole città-stato medievali.
Entrando nella Repubblica di San Marino, la frase “Benvenuti nell’antica terra della libertà” accoglie i visitatori nel piccolo stato. Questa breve descrizione, con il motto nazionale, “Libertas” (libertà in latino), non sono banali slogan turistici, ma vere testimonianze della lunga indipendenza della nazione e della sua cultura unica.