Il Giappone è uno dei paesi più omogenei al mondo dal punto di vista etnico e culturale, con quasi tutta la popolazione che si identifica come giapponese. Tuttavia, ci sono alcune minoranze e due popolazioni indigene: i Ryukyuani nelle isole Ryukyu a sud e gli Ainu nel Giappone settentrionale. Dopo secoli di colonizzazione e assimilazione forzata, oggi rimangono solo circa 25.000 Ainu, ma potrebbero esserci fino a 200.000 persone di discendenza Ainu. Gli Ainu oggi vivono principalmente nell'isola di Hokkaidō, la più settentrionale delle quattro isole principali del Giappone, con altre comunità Ainu che risiedono nella regione di Tōhoku. Alcune migliaia di Ainu vivono anche in alcune regioni della Russia vicino al Giappone, come Sachalin, le isole Curili, la Kamchatka e il Territorio di Chabarovsk.
Area storicamente abitata dal popolo Ainu (in rosso) e presunta precedente area di distribuzione (in rosa) (Kwamikagami, Wikimedia Commons, CC BY-SA 3.0).
Gli Ainu hanno una lunga storia che risale fino al Giappone preistorico. Durante il periodo Jōmon, tra circa il 14.000 a.C. e il 300 a.C., il Giappone era abitato dal popolo Jōmon, un popolo originario dell'Asia orientale che si trasferì nell'arcipelago giapponese. A partire dal 300 a.C. circa, i Jōmon del Giappone meridionale e centrale iniziarono ad assimilarsi al popolo Yayoi, che migrò nell'arcipelago giapponese dall'Asia orientale. I giapponesi moderni, chiamati anche popolo Yamato, sono discendenti sia degli Yayoi che del popolo Jōmon. Tuttavia, il Giappone settentrionale fu meno influenzato dall'arrivo degli Yayoi e mantenne in gran parte la sua cultura Jōmon.
Nel quinto secolo d.C., il popolo Jōmon del Giappone settentrionale si era ormai evoluto negli Emishi. Gli Emishi vivevano principalmente nel nord dell'isola di Honshu e resistettero al dominio degli imperatori giapponesi per secoli. Tuttavia, nel tempo i giapponesi estesero il loro dominio a nord e nel nono secolo avevano conquistato tutta l'isola di Honshu. Alcuni degli Emishi si sottomisero ai giapponesi, ma altri invece si spostarono più a nord, sull'isola di Hokkaido. Mentre l'esatta relazione tra i due gruppi non è ancora chiara, è ormai generalmente accettato che gli Emishi siano o gli antenati degli Ainu moderni o che condividano con loro un antenato comune. La società che si sviluppò a Hokkaidō tra il 700 e il 1200, nota come cultura Satsumon, potrebbe essere stata una transizione tra Emishi e Ainu o una fusione delle due culture che ha portato all'ascesa degli Ainu moderni.
Nel tredicesimo secolo, gli Ainu avevano sviluppato già la loro cultura unica a Hokkaido e nelle isole circostanti, vivendo come cacciatori-raccoglitori e seguendo una religione basata sulla natura. Gli Ainu si espansero all'isola di Sachalin, combattendo contro gli indigeni Nivchi, che furono spinti nella metà settentrionale dell'isola. I Nivchi si allearono con i Mongoli, che fecero diverse incursioni a Sachalin e combatterono numerose volte con gli Ainu. Gli Ainu resistettero e lanciarono persino un contrattacco sulla terraferma asiatica, ma alla fine furono costretti a sottomettersi ai Mongoli nel 1308, diventando tributari della dinastia Yuan della Cina. Gli Yuan furono poi sostituiti dai Ming, ma gli Ainu rimasero tributari della Cina.
Nel frattempo, i giapponesi avevano stabilito un avamposto nella penisola di Oshima, la parte più a sud di Hokkaido, ed entrarono in conflitto con gli Ainu mentre l'insediamento si espandeva. I giapponesi sconfissero gli Ainu nel 1457, e nel 1590 il clan Matsumae fu incaricato di governare il neocostituito dominio di Matsumae, un territorio giapponese che si espanse gradualmente verso nord dalla penisola di Oshima. Al clan Matsumae furono concessi diritti esclusivi di commercio con gli Ainu, ma il loro ruolo fu principalmente quello di difendere il Giappone dagli Ainu e di sottometterli.
Dopo che la dinastia Qing sostituì la dinastia Ming in Cina, i nuovi sovrani iniziarono a richiedere tributi ai popoli di Sachalin, compresi gli Ainu. Anche i giapponesi stavano prendendo di mira l'isola e tentarono di colonizzarla nel diciassettesimo secolo. Gli Ainu si ribellarono alla presenza giapponese a Hokkaido varie volte, in particolare tra il 1669 e il 1672 e di nuovo nel 1789, ma furono sconfitti in entrambe le occasioni. All'inizio del diciannovesimo secolo, i giapponesi avevano esteso la loro influenza a tutto Hokkaido, alle isole Curili e alla metà meridionale di Sachalin, tutte aree abitate dagli Ainu, che a quel tempo avevano ormai smesso di pagare tributi alla dinastia Qing. Il clan Matsumae governava nominalmente tutte queste aree, ma in realtà non amministrava o proteggeva gli Ainu. Invece, li usavano per ottenere seta cinese, che vendevano come prodotto di Matsumae, aumentando il loro prestigio.
Persone di etnia Ainu in Hokkaido nel 1904.
Tuttavia, lo shogunato Tokugawa prese il controllo diretto della parte meridionale di Hokkaido, e nel 1807 proclamò la sovranità giapponese su Sachalin. Il Giappone iniziò anche a colonizzare queste aree in modo più deciso, separando le donne Ainu dalle loro comunità e costringendole a sposare uomini giapponesi. Gli uomini Ainu furono invece deportati e costretti a lavorare per i mercanti giapponesi. Queste politiche di assimilazione forzata, insieme alla diffusione del vaiolo, causarono un calo significativo della popolazione Ainu nel diciannovesimo secolo, da circa 80.000 a meno di 20.000 persone.
Nello stesso periodo la Russia stava colonizzando l'Estremo Oriente e negli anni quaranta del diciannovesimo secolo aveva raggiunto Sachalin. Nel 1855, Giappone e Russia firmarono il Trattato di Shimoda, che stabiliva che i russi sarebbero rimasti nel nord dell'isola mentre i giapponesi avrebbero occupato la metà meridionale, senza un confine definito. Il trattato divise anche le isole Curili tra i due paesi. Temendo una possibile invasione russa, il Giappone iniziò ad espandere le sue difese settentrionali e lo sviluppo di Hokkaido, rendendo i programmi di assimilazione degli Ainu ancora più brutali.
Nel 1868, la Restaurazione Meiji rovesciò lo shogunato Tokugawa e portò alla fondazione l'Impero del Giappone. Alcuni ufficiali militari dello shogunato fuggirono a Hokkaido e nel 1869 fondarono la Repubblica di Ezo. Dopo alcuni mesi di resistenza, il Giappone riprese il controllo di Hokkaido e annetté ufficialmente l'isola al territorio giapponese. Il nuovo governo giapponese investì molto nello sviluppo dell'isola e iniziò a spogliare gli Ainu delle loro terre per darle ai coloni giapponesi.
Nel 1899, la "legge sulla protezione degli ex aborigeni di Hokkaido" proibì agli Ainu di pescare e cacciare, rimuovendo la loro principale fonte di sussistenza. La legge li costrinse anche ad assimilarsi e ad abbandonare le loro terre tradizionali per essere trasferiti nell'inospitale entroterra di Hokkaido. Il governo Meiji cercò di sradicare completamente la cultura e la lingua degli Ainu, che furono bandite, e gli Ainu furono costretti ad adottare nomi giapponesi. Le stesse regole furono imposte anche agli Ainu di Sachalin dopo che il Giappone annesse la metà meridionale dell'isola nel 1905. Le pratiche discriminatorie risultarono in reddito e livello di istruzione inferiori degli Ainu rispetto ai giapponesi, e a causa dei programmi di assimilazione gli Ainu moderni sono oggi quasi indistinguibili dai giapponesi.
Una donna Ainu nel 1922 con i tradizionali tatuaggi sulla bocca e un orso.
Dopo la seconda guerra mondiale e la caduta dell'Impero del Giappone, i governi successivi cercarono di dipingere il Giappone come uno stato monoculturale, negando l'esistenza di più di un gruppo etnico nel paese. La discriminazione degli Ainu continuò, e nel 1978 scoppiò una nuova controversia quando alcuni proprietari terrieri Ainu si rifiutarono di rinunciare alle loro proprietà per consentire al governo giapponese di costruire una diga sulle loro terre. Gli Ainu vinsero la battaglia legale nel 1997 e, per la prima volta nella storia giapponese, i diritti degli Ainu furono riconosciuti. Questo portò presto all'abolizione della legge sulla protezione degli ex aborigeni di Hokkaido, che era ancora in vigore. Nel 2008, la Dieta Nazionale del Giappone approvò una risoluzione non vincolante che chiedeva il riconoscimento degli Ainu come popolo indigeno. La legge fu approvata solo nel 2019, dando finalmente agli Ainu il riconoscimento legale in Giappone. Tuttavia, molti politici giapponesi sostengono ancora che il Giappone abbia un unico gruppo etnico.
Oggi, la maggior parte delle tradizioni uniche degli Ainu sono quasi estinte. Gli uomini Ainu hanno tradizionalmente la barba lunga, poiché non si radono più dopo una certa età, mentre le donne erano solite avere grandi tatuaggi neri attorno alla bocca. Tuttavia, queste usanze sono state quasi del tutto abbandonate ora. La lingua Ainu, una lingua isolata senza alcuna relazione con il giapponese o con qualsiasi altra lingua parlata attualmente, è in grave pericolo di estinzione. Attualmente ci sono solo una manciata di madrelingua Ainu, ma un movimento per rivitalizzare la lingua si sta espandendo, con un numero crescente di persone che la studia come seconda lingua.