Guardando diverse mappe dell’Asia centrale, si può notare che un grande lago situato tra il Mar Caspio e l’altopiano dell’Himalaya assume aspetti diversi. A volte è molto grande e ha una forma quasi rotonda, mentre altre volte è quasi interamente scomparso, sostituito da due più piccoli specchi d’acqua. Le ultime foto da satellite rivelano che il secondo caso è il più accurato, con il lago quasi completamente sparito. Cosa è successo? Uno dei peggiori disastri ecologici della storia umana. La scomparsa del Lago d’Aral, in pochi decenni trasformato da un grande lago a uno sterile deserto.
Situato al confine tra Kazakistan e Uzbekistan, il Lago d’Aral era un tempo il quarto lago più grande al mondo, con un’area di circa 68.000 km2, più grande del Lago Huron in Nord America e solo leggermente più piccolo del Lago Vittoria in Africa. Questo bacino endoreico è stato per millenni un punto di riferimento per i popoli nomadi della steppa dell’Asia centrale, ed era noto fin dall’antichità, sia dagli esploratori occidentali che da quelli orientali, come lo sbocco finale di due grandi fiumi della regione: l’Amu Darya a sud e il Syr Darya a nord. I due fiumi, noti storicamente con i nomi Oxus e Iassarte dagli antichi Greci e Romani, scorrono dalle montagne del Pamir e del Tian Shan attraverso le fertili valli della Battria e della Fergana prima di percorrere l’arida regione tra gli odierni Turkmenistan, Uzbekistan e Kazakistan, andando a finire nel Lago d’Aral.
A causa della loro posizione, gli abitanti del luogo iniziarono a usare l’acqua dei due fiumi per irrigare l’area desolata e ottenere più terreno arabile. La deviazione dell’acqua, unita a diversi andamenti delle precipitazioni portarono, nel corso dei secoli, a una fluttuazione del livello del lago, ma senza avere un grosso impatto sull’intero sistema. Durante il diciannovesimo secolo, i russi stavano espandendo la loro influenza nell’Asia centrale e si insediarono nell’area attorno al Lago d’Aral, istituendo compagnie di pesca e servizi di navigazione su piroscafo nel lago e lungo i due grandi fiumi che finivano in esso. Lo sviluppo dell’area continuò per decenni, anche dopo la caduta dell’Impero Russo, rimpiazzato dall'Unione Sovietica.
Bacino idrografico dei fiumi Amu Darya e Syr Darya, che scorrono verso il Lago d'Aral attraversando l'Asia centrale (Shannon1, Wikimedia Commons, CC BY-SA 4.0).
La storia del Lago d’Aral cambia drasticamente dopo la seconda guerra mondiale, quando il “grande piano per la trasformazione della natura” di Stalin fu proposto dal leader sovietico. Il piano includeva una serie di progetti con lo scopo di migliorare la produzione agricola dell’Asia centrale e fornire più cibo all’intera nazione, spesso colpita da dure carestie. Mentre alcuni dei piani furono abbandonati dopo la morte di Stalin nel 1953, negli anni sessanta il governo realizzò alcuni dei progetti per l’Asia centrale, deviando l’acqua dell’Amu Darya e del Syr Darya per irrigare nuove piantagioni di cotone nella regione arida.
I canali che furono costruiti erano inadeguati e la maggior parte dell’acqua deviata evaporava nel deserto prima di raggiungere l’area agricola, portando alla richiesta di sempre più acqua da sottrarre ai fiumi e al lago. Questo fu un disastro per il Lago d’Aral, che si stava già rimpicciolendo alla fine degli anni sessanta, e negli anni ottanta il suo livello diminuiva di quasi un metro all’anno. Ciò nonostante, i dirigenti sovietici considerarono il progetto necessario e la scomparsa del lago inevitabile. Non fu fatto quasi nessuno sforzo per salvare il Lago d’Aral e i villaggi di pescatori sulle sue coste diventarono città in mezzo al deserto, mentre l’Uzbekistan si trasformò nel più grande esportatore di cotone al mondo. Nel 1987, il Lago d’Aral si divise in una più piccola porzione settentrionale e una più grande porzione meridionale.
Inoltre, l’isola di Vozroždenie, situata nel mezzo del lago, fu usata sin dagli anni trenta del ventesimo secolo come un sito per testare armi biologiche e depositare sostanze pericolose. Nel 1971, un rilascio accidentale del virus del vaiolo dalla struttura causò un’epidemia che vide dieci infettati e tre morti. Il complesso fu abbandonato nel 1992 e il villaggio di Kantubek, che ospitava scienziati e impiegati della base, è ora una città fantasma.
La caduta dell’Unione Sovietica non cambiò molto per il Lago d’Aral, con pessime pratiche agricole, spreco d’acqua, inquinamento e fuoriuscita di sostanze chimiche che continuarono per anni. Nei primi anni duemila, la porzione meridionale del lago si divise ulteriormente in una parte occidentale e una orientale, con quella che era la piccola isola di Vozroždenie che diventò prima una penisola e poi parte della terraferma. Nel 2005 il Kazakistan costruì una diga tra il Lago d’Aral settentrionale e meridionale, permettendo una sorprendente ripresa della porzione a nord. In quest’area il livello dell’acqua salì dai 30 metri del 2003 ai 42 del 2008, il che ha portato a una parziale rinascita dell’industria della pesca. Il governo kazako ha annunciato nel 2021 un piano per piantare alberi nelle aree asciutte una volta coperte dal lago, con l’obiettivo di evitare la formazione di tempeste di sabbia.
Nel frattempo, la porzione sudorientale del lago è sostanzialmente estinta, mentre quella sudoccidentale è perlopiù abbandonata e si sta lentamente rimpicciolendo, con solo occasionali flussi d’acqua in eccesso che arrivano dalla porzione settentrionale. L’uso dell’acqua dell’Amu Darya per irrigare piantagioni di cotone in Uzbekistan continua, mentre l’area ora asciutta sta venendo esplorata dal 2006 in cerca di petrolio, gas e altre risorse.
Immagini satellitari del Lago d'Aral nel 1989 (sinistra) e nel 2014 (destra).
In seguito a questo disastro ambientale, l’ecosistema del Lago d’Aral è collassato. In origine includeva una diversa schiera di specie di pesci e invertebrati, alcuni dei quali nativi solo di questo lago. Ora alcune di queste specie sono localmente estinte e, mentre il Lago d’Aral settentrionale ha visto una parziale ripresa della sua fauna, la diga blocca la migrazione verso la porzione meridionale. La contrazione del lago ha anche aumentato drasticamente la salinità nelle parti rimanenti, uccidendo molte specie d’acqua dolce, e il rilascio di sostanze chimiche tossiche causato dai test militari ha lasciato la regione estremamente inquinata. Piante e bestiame hanno assorbito queste sostanze e sono ora troppo pericolosi per essere consumati, mentre tempeste di sabbia continuano a spargere sempre di più gli inquinanti. Gli abitanti dell’area soffrono di alti tassi di malattie respiratorie e digestive, cancro e tubercolosi. La regione del Lago d’Aral vede anche alcuni tra i più alti tassi al mondo di bambini nati con un peso troppo basso e anormalità, in un’area già carente di strutture sanitarie.
Soluzioni alla contrazione del lago e alla desertificazione dell’area sono proposte periodicamente, ma solo la porzione settentrionale ha visto una ripresa. Ciò che rimane del Lago d’Aral meridionale è probabilmente destinato a scomparire, lasciandosi alle spalle altro deserto e tempeste di sabbia tossiche. Senza nessuna vera soluzione all’orizzonte, gli abitanti della regione continueranno a essere affetti da problemi di salute e, dato che la pesca era la loro unica fonte di guadagno, continueranno a vivere in povertà. Mentre le immagini da satellite rivelano come il Lago d’Aral, un tempo rigoglioso, si è ora trasformato in uno sterile deserto, le difficili condizioni di vita dei popoli dell’area sono un richiamo molto più doloroso di come l’attività umana può portare a grandi disastri ecologici e immensa sofferenza.
Navi abbandonate nel paesaggio desolato dell'area precedentemente occupata dal Lago d'Aral (Sebastian Kluger, Wikimedia Commons, CC BY-SA 3.0).