C’è una grande diversità biologica sulla Terra, con milioni di specie diverse che vivono in tutti i tipi di ecosistemi. Questa biodiversità non è distribuita equamente in tutto il mondo, con una maggiore quantità di specie che vivono nelle zone più calde vicino ai tropici. Lo studio di come le specie e gli ecosistemi sono distribuiti nel mondo si chiama biogeografia.
La biogeografia si è sviluppata a partire dal diciottesimo secolo quando esploratori, principalmente europei, viaggiarono in tutto il mondo descrivendo le diverse specie che vedevano. Uno dei principali contributori allo sviluppo di questa scienza fu Carlo Linneo, un biologo svedese che creò un sistema per dare un nome agli organismi viventi ancora in uso ai giorni nostri. Linneo notò che le specie non erano equamente distribuite nei diversi climi, ponendo le basi per lo studio delle differenze tra gli ecosistemi. Poco dopo, il naturalista francese Georges-Louis Leclerc, conte di Buffon, osservò che specie diverse in varie regioni avevano alcune somiglianze e ipotizzò che i continenti fossero inizialmente collegati e furono successivamente separati dai mari.
Numerosi scienziati contribuirono allo studio della biogeografia nel diciannovesimo secolo, come Charles Darwin, che introdusse le idee di selezione naturale ed evoluzione. Questi nuovi concetti influenzarono lo sviluppo di teorie sulla distribuzione geografica delle specie, che può cambiare nel tempo.
Il contributore più influente a questa scienza nel diciannovesimo secolo fu il naturalista inglese Alfred Russel Wallace, tanto da essere oggi soprannominato “il padre della biogeografia”. Wallace studiò la distribuzione delle specie nel bacino amazzonico e nell'arcipelago malese, dove identificò la cosiddetta linea di Wallace, un confine che separa le isole dell'Indonesia in una porzione occidentale, con una fauna affine a quella dell'Asia, e una porzione orientale che ospita specie legate a quelle dell'Australasia. Wallace notò anche la netta differenza tra le specie dell'America del Nord e del Sud.
Mappa della linea di Wallace e altri confini proposti tra la fauna del Sud-est asiatico (Sunda) e dell'Australasia (Sahul), con le loro antiche coste. La zona di transizione tra le due regioni è chiamata anche Wallacea (Kanguole, Wikimedia Commons, CC BY-SA 4.0).
Nel ventesimo secolo, la teoria della deriva dei continenti e il concetto di Pangea, un supercontinente che univa tutte le terre emerse del mondo, rivoluzionarono la biogeografia. Questa teoria ha portato a una nuova comprensione di come le specie si evolvono dopo essere state separate da ostacoli geografici. Ora sappiamo che diversi fattori influenzano la distribuzione delle specie, come il clima, la latitudine, l’altitudine, l’isolamento e gli elementi geografici.
La biogeografia moderna divide il mondo in regni biogeografici, chiamati anche ecozone. Le ecozone si basano sulla distribuzione delle specie terrestri e sono raggruppamenti generali di organismi che si sono evoluti in relativo isolamento da altre regioni. Questa divisione fu identificata per la prima volta dall'ornitologo inglese Philip Sclater e successivamente ampliata da Wallace, che separò il mondo in sei regioni biogeografiche. L’attuale sistema adottato dal World Wildlife Fund (WWF) definisce otto ecozone simili a quelle descritte dal biologo ungherese-canadese Miklos Udvardy. Il WWF divide anche le ecozone in bioregioni, a loro volta suddivise in ecoregioni.
La mappa delle regioni zoogeografiche pubblicata da Alfred Russel Wallace nel 1876.
Secondo il sistema del WWF, le otto ecozone sono: Neartico, Neotropico, Paleartico, Afrotropico, Indomalesia, Australasia, Oceania e Antartico. L'ecozona neartica comprende tutta l'America del Nord e la Groenlandia, e si estende a sud fino agli altopiani del Messico, escludendo la Florida meridionale. La maggior parte della costa del Messico, il Messico meridionale, la Florida meridionale, l'America centrale e le isole dei Caraibi sono raggruppate con l'America del Sud nell'ecozona neotropicale. L'ecozona neotropicale è caratterizzata dall'enorme foresta pluviale tropicale che si estende dal Messico meridionale al Brasile e comprende la foresta amazzonica, una delle regioni con il più alto tasso di biodiversità al mondo.
L'America del Nord era precedentemente unita all'Eurasia nel supercontinente Laurasia, mentre l'America del Sud faceva parte del Gondwana. Solo pochi milioni di anni fa l’Istmo di Panama ha collegato l'America del Nord e del Sud, consentendo uno scambio di specie noto come grande scambio americano, che portò alla migrazione di molte specie sia verso sud che verso nord. Prima di questo evento, l'America del Sud era rimasta isolata per milioni di anni, e questo ha permesso alla sua fauna di evolversi in numerose specie uniche, oggi in gran parte estinte. Nel frattempo, l'America del Nord è stata collegata all’Asia attraverso un ponte terrestre su quello che oggi è lo stretto di Bering, e condivide molte specie con l'ecozona paleartica. Per questo motivo il Neartico e il Paleartico sono talvolta raggruppati insieme come regno Olartico.
Il regno paleartico è la più grande ecozona e comprende tutta l’Europa, l'Africa del Nord e gran parte dell’Asia. Il confine meridionale di questo regno attraversa il Deserto del Sahara, il Deserto Arabico, le catene montuose dell'Asia meridionale, come l'Himalaya, e la Cina meridionale. Anche gli altopiani della parte orientale di Taiwan e l'arcipelago giapponese (escluse le isole Ryukyu) fanno parte dell'ecozona paleartica. Questo regno comprende ecosistemi molto diversi, e le sue caratteristiche geografiche più notevoli sono il Mar Mediterraneo, i deserti del Sahara e dell'Arabia, le montagne dell'Asia occidentale e centrale, la vasta steppa eurasiatica e la Siberia.
Tutta l'Africa subsahariana fa parte del regno afrotropicale, insieme alla penisola arabica meridionale, alla costa sud-orientale dell'Iran, al Madagascar e alle isole dell'Oceano Indiano occidentale. Il regno afrotropicale era precedentemente noto come regione etiopica. Questa ecozona comprende le vaste foreste pluviali del bacino del Congo e dell’Africa occidentale, caratterizzate da un elevato livello di biodiversità. Le savane sono diffuse in Africa e ricoprono gran parte di questo regno, che comprende anche i deserti dell'Africa meridionale. Un'area notevole di questa ecozona è il Madagascar, un'altra regione con una grande biodiversità e molte specie endemiche.
Il subcontinente indiano, la Cina meridionale e il Sud-est asiatico fanno parte del regno indomalese, che comprende le Filippine, Taiwan occidentale e le isole Ryukyu del Giappone. Questa ecozona è talvolta chiamata regno orientale. La linea di Wallace separa il regno indomalese dal regno australasiano. Le isole di Sumatra, Borneo, Giava e Bali fanno parte del regno indomalese, mentre Sulawesi, le Molucche, Lombok e le altre isole nella parte orientale dell'arcipelago fanno parte del regno australasiano. Questo regno comprende anche la Nuova Guinea, l'Australia, la Nuova Zelanda, le Isole Salomone, Vanuatu e la Nuova Caledonia.
Il regno indomalese è formato da parti sia della Laurasia che del Gondwana e presenta una miscela di elementi di entrambi gli ex supercontinenti. Questo regno ospita in particolare le fitte foreste del Sud-est asiatico, che offrono una grande quantità di biodiversità. Il regno australasiano faceva invece principalmente parte del Gondwana ed è rimasto isolato per milioni di anni, determinando l'evoluzione di molte specie uniche di animali e piante. Lo scambio di specie attraverso la linea di Wallace è relativamente recente e asimmetrico, con più specie indomalesi che si diffondono in Australasia rispetto al contrario.
L'ecozona oceaniana è l'unica che non comprende una massa continentale ed è costituita dalle isole minori dell'Oceano Pacifico, come la Micronesia, le Figi e la Polinesia, esclusa la Nuova Zelanda ma incluse le Hawaii e l'Isola di Pasqua. La geografia unica di questa regione ha portato a molti casi di gigantismo e nanismo insulare e altri adattamenti peculiari, e a pochi animali terrestri indigeni rispetto ad altri regni.
Infine, l'ecozona antartica comprende l'Antartide e diverse isole subantartiche come la Georgia del Sud e le Isole Sandwich Australi, l'Isola Bouvet, le Isole Crozet, le Isole del Principe Edoardo, le Isole Heard e McDonald e le Isole Kerguelen. Come parte del Gondwana, l’Antartide era in precedenza molto più caldo, ma la maggior parte delle sue specie si estinse quando il continente divenne più freddo. Ora qui vivono pochissime specie di piante e animali, soprattutto lungo la costa e sulle isole che circondano l'Antartide.
Mappa delle ecozone secondo il WWF (modificata da un'opera di carol, Wikimedia Commons, CC BY-SA 3.0).
Analogamente alle ecozone terrestri, il WWF ha anche definito dodici regni biogeografici marini: Artico (Oceano Artico e mari adiacenti), Atlantico settentrionale temperato (che comprende il Mar Mediterraneo, Mar Nero e Golfo del Messico settentrionale), Atlantico tropicale (Oceano Atlantico centrale e Golfo del Messico meridionale), America meridionale temperata (parte della costa atlantica e pacifica dell'America meridionale), Africa meridionale temperata (acque intorno all'Africa meridionale), Australasia temperata (acque intorno all'Australia meridionale e alla Nuova Zelanda), Pacifico settentrionale temperato (Oceano Pacifico settentrionale), Indo-Pacifico occidentale (la maggior parte dell'Oceano Indiano), Indo-Pacifico centrale (i mari che circondano l'Indonesia, il Mar Cinese Meridionale e l'Oceano Pacifico fino alle isole della Melanesia), Indo-Pacifico orientale (Oceano Pacifico tra Micronesia e Polinesia), Pacifico orientale tropicale (Oceano Pacifico vicino alla costa dell'America) e Oceano meridionale (acque intorno all'Antartide).