L'italiano è una lingua romanza parlata da circa 85 milioni di persone in tutto il mondo, con 67 milioni di madrelingua. La maggior parte di questi vive ovviamente in Italia, dove è parlato dalla maggior parte della popolazione, e in altri paesi europei come Svizzera e San Marino, dove l'italiano è lingua ufficiale, così come Slovenia e Croazia, dove è riconosciuto come lingua minoritaria e qualche altro posto attorno all'Italia.
Tuttavia l'italiano è parlato anche da grandi comunità di immigrati ed espatriati che si trasferirono in altri paesi soprattutto tra la fine del diciannovesimo secolo e l'inizio del ventesimo secolo. Alcuni si trasferirono in altri paesi europei o nelle colonie italiane in Africa, ma la maggior parte degli immigrati si stabilì nelle Americhe e in Australia. Queste comunità portarono con sé la loro lingua e col tempo questi idiomi si trasformarono in dialetti nuovi e unici. Questo è soprattutto il caso dell’America Latina, dove grandi comunità italiane parlavano dialetti che fondevano la loro lingua originale con lo spagnolo o il portoghese locale.
Gli italiani che emigrarono a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento spesso non parlavano nemmeno l’italiano standard, ma la loro lingua regionale. L’Italia, infatti, ha una situazione unica in cui l’intero paese ha una lingua ufficiale italiana parlata e compresa quasi da tutti, ma anche varie lingue locali che si sono evolute indipendentemente le une dalle altre e sono molto diverse tra loro. Sebbene queste siano spesso definite “dialetti italiani”, in realtà sono separate dall’italiano e le une dalle altre e sono considerate dai linguisti come lingue diverse. Questo è avvenuto perché l'Italia è stata divisa per secoli tra piccoli stati indipendenti, mentre la lingua italiana standard è diventata ufficiale in tutto il paese solo dopo l'unificazione avvenuta nel diciannovesimo secolo. Ancora oggi, la maggior parte degli italiani può parlare, o almeno comprendere, una lingua regionale, e spesso ha difficoltà a comprendere altre lingue regionali.
Replica delle case tradizionali degli immigrati italiani a Caxias do Sul, Brasile (Ricardo André Frantz, Wikimedia Commons, CC BY-SA 3.0).
Quindi, la lingua parlata dalle comunità di immigrati italiani dipendeva dalla parte del paese da cui provenivano. Intorno all'inizio del ventesimo secolo, circa 100.000 italiani arrivarono nel Brasile meridionale, principalmente dal Veneto, ma anche da Lombardia, Trentino e Friuli Venezia Giulia, tutte regioni dell'Italia settentrionale. Queste persone parlavano principalmente veneto, la lingua regionale dell'omonima regione, e questa divenne la base per un dialetto unico chiamato talian.
Il talian, nonostante il nome, non deriva dall'italiano ma è appunto un dialetto del veneto, fortemente influenzato dal portoghese e da altre lingue regionali parlate dagli immigrati italiani. Il talian si diffuse rapidamente tra le comunità italiane, con molti libri scritti in questa lingua. Tuttavia, il talian fu dichiarato illegale dal governo nazionalista di Getúlio Vargas e il suo utilizzo diminuì a partire dagli anni quaranta. Con queste politiche, parlare il talian era considerato antipatriottico e severamente punito. Lo stigma associato alla lingua da parte del regime di Vargas durò decenni.
Nonostante tutto, il talian è sopravvissuto, ed è parlato in una certa misura da circa 500.000 persone nel Brasile meridionale. Dagli anni novanta il talian è al centro di un progetto di conservazione e divulgazione. Nel 2009, gli stati di Rio Grande do Sul e Santa Catarina hanno dichiarato il talian parte del loro patrimonio storico, e la città di Serafina Corrêa, nel Rio Grande do Sul, ha reso il talian una lingua co-ufficiale, insieme al portoghese. Il talian è stato dichiarato parte del patrimonio culturale del Brasile nel 2014. Ora diversi comuni del Brasile meridionale hanno il talian come lingua co-ufficiale. Queste città ora hanno giornali e programmi radiofonici in talian.
Comuni del Rio Grande do Sul che riconoscono il talian come lingua co-ufficiale (Andrevruas, Wikimedia Commons, CC BY-SA 4.0).
Numerosi insediamenti fondati da immigrati italiani nel sud del Brasile esistono ancora oggi, e spesso hanno nomi ispirati ai luoghi di provenienza degli immigrati, principalmente città del Veneto. Tra queste ci sono Nova Bassano, Nova Pádua, Nova Treviso, Nova Trento, Nova Venécia e Nova Veneza. Nova Vicenza venne invece successivamente ribattezzata Farroupilha, mentre un'altra Nova Trento divenne Flores da Cunha. Questi paesi prendono il nome da Bassano del Grappa, Padova, Treviso, Trento, Venezia, and Vicenza. La più grande città fondata dagli italiani in Brasile è Caxias do Sul, creata nel 1890 e oggi la seconda città più grande del Rio Grande do Sul, con oltre 500.000 abitanti. L'insediamento italiano del Brasile nacque invece con Nova Milano, chiamata in onore di Milano, fondata nel 1875 e che oggi è un quartiere di Farroupilha.
Secondo un sondaggio effettuato tra le comunità italiane intorno a Caxias do Sul negli anni settanta, il 54% di loro proveniva dal Veneto, il 33% dalla Lombardia, il 7% dal Trentino e il 4,5% dal Friuli Venezia Giulia, con solo l'1,5% da altre regioni. Tra i veneti, il 32% proveniva dalla Provincia di Vicenza, il 30% dalla Provincia di Belluno e il 24% dalla Provincia di Treviso, mentre solo il 14% veniva da altre province. Per questo motivo il talian deriva in gran parte dalla varietà di veneto parlata nell'area tra Vicenza, Treviso e Belluno. Nonostante sia stato fortemente influenzato dal portoghese, la grammatica e il lessico del talian rimangono fondamentalmente veneti.
Talian | Veneto | Italiano | Portoghese | Inglese |
---|---|---|---|---|
mi | mi | io | eu | I |
ti/te | ti | tu | tu/você | you |
lu/el/elo | lu/eło | lui | ele | he |
noaltri/noantri | noialtri/noialtre | noi | nós | we |
osel | oseo/oselo | uccello | bird | pássaro |
bissa | bisa | serpente | serpente | snake |
côa | cóa | coda | cauda | tail |
recia | orécia/recia | orecchia | orelha | ear |
òngia | óngia | unghia | unha | fingernail |
pìe | pìe/piè | piede | pé | foot |
pióva | piova | pioggia | chuva | rain |
giasso | giaso | ghiaccio | gelo | ice |
Esempi di parole in talian e confronto con veneto, italiano, portoghese e inglese.
Un altro dialetto nato dai persone che parlavano venteto è il veneto di Chipilo o Chipileño, parlato da alcune migliaia di persone nello stato messicano di Puebla. Questo dialetto ha origine da immigrati italiani provenienti principalmente da Segusino, un piccolo paese della Provincia di Treviso in Veneto, che si trasferirono nella città di Chipilo, in Messico, alla fine del diciannovesimo secolo. Questa città rimase in gran parte isolata per tutto il ventesimo secolo e la comunità italiana mantenne la sua cultura unica, senza molta influenza da parte degli abitanti locali, ma col tempo assorbì alcune parole dello spagnolo messicano e del nahuatl. Ora sono stati pubblicati alcuni libri in Chipileño, ma nonostante gli sforzi della comunità locale, non è ancora riconosciuta come lingua minoritaria in Messico.
La lingua regionale della Lombardia ha invece fortemente influenzato il lunfardo, parlato intorno a Buenos Aires in Argentina e a Montevideo in Uruguay. Il lunfardo nasce come slang dei carcerati utilizzato dagli immigrati italiani nelle prigioni argentine e uruguaiane alla fine del diciannovesimo secolo per evitare di essere compresi dalle guardie. Questo dialetto si è poi evoluto diventando una miscela di termini provenienti da varie lingue regionali e dialetti italiani, ma era comunque principalmente basato sullo spagnolo rioplatense. Questa lingua si diffuse successivamente in altre comunità, e ora la parola lunfardo è usata per riferirsi a qualsiasi nuovo termine gergale che diventi di uso comune, soprattutto a Buenos Aires. Il lunfardo è spesso utilizzato anche nei testi della musica del tango.
Il lunfardo è stato influenzato anche dal cocoliche, un'altra miscela di italiano e spagnolo che un tempo si trovava in tutta l'America meridionale, ma soprattutto a Buenos Aires. Questo dialetto era principalmente una sorta di spagnolo “stentato” con caratteristiche italiane, e si sviluppò a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento da immigrati italiani che spesso parlavano lingue regionali, avevano poca conoscenza dell’italiano e cercavano di imparare lo spagnolo. Nel corso del tempo, gli immigrati italiani si sono integrati maggiormente nelle comunità locali e l'uso del cocoliche è lentamente diminuito fino a scomparire quasi del tutto.
Mentre il cocoliche è quasi scomparso e il lunfardo ha perso gran parte delle sue caratteristiche italiane, gli immigrati italiani hanno lasciato un segno importante sullo spagnolo parlato in alcune parti dell'America meridionale. Lo spagnolo rioplatense parlato in Argentina e Uruguay è il miglior esempio di questo fenomeno. Questo dialetto è stato fortemente influenzato dagli immigrati provenienti dall'Italia meridionale all'inizio del ventesimo secolo, al punto che oggi lo spagnolo rioplatense è spesso parlato con un'intonazione simile a quella della lingua napoletana, soprattutto in Argentina.
Il paulistaliano (o italo-paulista) è invece una lingua che fonde vari dialetti italiani con il dialetto portoghese Caipira della regione della Grande San Paolo in Brasile. Ancora una volta, ha avuto origine da immigrati italiani alla fine del diciannovesimo secolo ed era ampiamente parlato. Tuttavia, col tempo le comunità italiane si sono integrate con la popolazione locale, e il paulistaliano è ormai quasi del tutto scomparso.