L'opera è una forma d'arte che unisce recitazione e musica, e talvolta anche danza, con i cantanti che assumono ruoli drammatici. Il suo nome deriva dalla parola latina e italiana "opera", nel senso di lavoro, e in effetti questa forma di teatro ha avuto origine in Italia ed è un aspetto chiave della tradizione italiana. Nel tempo, l'opera si è evoluta fino a includere numerosi generi e si è estesa a tutta l'Europa, e in seguito in tutto il mondo.
L'opera affonda le sue radici nel teatro classico occidentale, poiché rappresentazioni drammatiche accompagnate da musica erano già eseguite nell'antica Grecia. Il teatro occidentale si è evoluto durante il Medioevo e vari generi si svilupparono nel Rinascimento, mentre forme d'arte simili emersero anche in altre parti del mondo come Giappone e Cina. L'opera moderna ha avuto origine a Firenze alla fine del sedicesimo secolo da un gruppo di umanisti noti come la Camerata de' Bardi, che si riuniva per discutere di musica e drammi a partire dal 1573. Mentre studiavano il teatro greco antico, scoprirono che le rappresentazioni greche si concentravano sulle singole voci, mentre il teatro rinascimentale era quasi interamente corale. Alcuni studiosi, come Vincenzo Galilei, padre dello scienziato Galileo Galilei, proposero di sostituire la polifonia con uno stile vocale caratterizzato da una singola linea melodica, che divenne noto come monodia.
Uno dei membri della Camerata de’ Bardi, Jacopo Peri, creò Dafne nel 1598, un'opera basata sul mito di Apollo e Dafne, e considerata la prima opera moderna. Nonostante l'importanza di quest'opera, solo alcuni frammenti della musica sono conservati fino a oggi. Nel 1600, Peri scrisse un'altra opera ispirata alla mitologia greca, Euridice, che è la più antica opera sopravvissuta. Questa fu seguita due anni dopo da un'opera con lo stesso nome di un altro membro della Camerata de’ Bardi, Giulio Caccini. Caccini è anche noto per aver scritto il primo trattato sul nuovo genere, intitolato Le Nuove Musiche e pubblicato nel 1602. Sua figlia, Francesca Caccini, fu la prima donna a comporre un'opera quando scrisse La Liberazione di Ruggiero dall'Isola d'Alcina nel 1625. Secondo alcune fonti, questa potrebbe anche essere la prima opera eseguita fuori dall'Italia.
Il nuovo genere ebbe un successo immediato grazie alle sue numerose novità, come l'attenzione rivolta a temi secolari anziché religiosi e l'uso della monodia. L'opera si diffuse rapidamente da Firenze a tutta Italia, con famiglie nobili come i Medici e i Gonzaga che divennero mecenati di queste rappresentazioni. Un'altra rivoluzione avvenne nel 1607, quando i Gonzaga di Mantova commissionarono al compositore Claudio Monteverdi la scrittura di un'opera, chiamata L'Orfeo. Monteverdi introdusse molti elementi distintivi dell'opera moderna, come un'introduzione musicale che chiamò "sinfonia", la divisione delle parti cantate in "arie" e la ripetizione di una sezione strumentale nota come "ritornello". Monteverdi in seguito lavorò principalmente a Venezia e continuò a comporre diverse altre opere, come Il Ritorno di Ulisse in Patria (1639) e L'Incoronazione di Poppea (1643). Anche se la maggior parte delle sue opere sono ormai perdute, Monteverdi è considerato una delle figure più influenti nella storia della musica e del teatro occidentale.
Claudio Monteverdi in un dipinto del diciassettesimo secolo di Bernardo Strozzi.
Nel corso del diciassettesimo secolo, l'opera iniziò a includere temi religiosi ed elementi comici e le prime scuole di compositori d'opera iniziarono a emergere in Italia, soprattutto a Roma. L'opera si sviluppò contemporaneamente alla musica barocca e molte opere del diciassettesimo secolo presentavano tipici elementi barocchi, come scenografie ornate e una struttura più complicata. Durante questo periodo, il centro più importante per l'opera era Venezia. Nel 1637, il Teatro San Cassiano di Venezia divenne il primo teatro d'opera pubblico al mondo, ponendo fine a un'era in cui la musica veniva eseguita solo per gli aristocratici e per scopi religiosi. Con la sua apertura al pubblico, l'opera divenne un business e iniziò a essere influenzata dai gusti del pubblico, il che si tradusse in più elementi comici e testi più semplici. La figura di spicco del teatro veneziano a metà del diciassettesimo secolo era Francesco Cavalli, un discepolo di Monteverdi.
Nello stesso periodo, l'opera iniziò a essere rappresentata in Francia, dove fece molto scalpore. Il compositore italiano Giovanni Battista Lulli si trasferì in Francia, dove prese il nome di Jean-Baptiste Lully e adattò l'opera italiana al gusto francese. Il suo stile, chiamato tragédie en musique ("tragedia musicale"), includeva cori, balletti, intermezzi musicali e arie più brevi. Nel frattempo, l'opera si diffuse anche in Germania, Austria, Inghilterra, Polonia e Spagna, a volte mescolandosi con le tradizioni musicali locali. Questo accadde soprattutto in Spagna, dove l'opera italiana e le canzoni tradizionali si fusero nel genere della zarzuela, che rimase popolare fino al ventesimo secolo.
Tuttavia, l'Italia rimase il principale centro di produzione operistica e nella seconda metà del diciassettesimo secolo Napoli emerse come uno dei principali centri per questo stile di teatro. Fiorente tra la fine del diciassettesimo secolo e la prima metà del diciottesimo secolo, la scuola napoletana presentò opere con trame più semplici ma temi più sofisticati. Napoli vide anche l'inaugurazione del Teatro di San Carlo nel 1737, che è il più antico teatro d'opera ininterrottamente attivo al mondo. Il rappresentante più notevole di questa scuola fu Alessandro Scarlatti, che introdusse numerose novità che influenzarono l'evoluzione dell'opera nei decenni successivi.
Uno dei principali contributi di Scarlatti e della scuola napoletana fu lo sviluppo dell'opera buffa, un genere incentrato su ambientazioni quotidiane, dialetti locali e temi comici, influenzato da una forma di teatro italiana nota come commedia dell'arte. In contrasto con questo stile, il genere dell'opera seria si concentrava principalmente sulla mitologia classica ed eroi virtuosi. La scomparsa dei personaggi comici da questo stile portò all'introduzione di intervalli durante le rappresentazioni, chiamati intermezzi. Un intermezzo comico che in seguito divenne il modello standard per il genere dell'opera buffa è La Serva Pardona (1733), composta da Giovanni Battista Pergolesi. Nel corso del tempo, elementi sia dell'opera buffa che dell'opera seria si unirono in nuovi generi chiamati opera semiseria e dramma giocoso.
Venezia e Napoli rimasero i principali centri per l'opera durante il diciottesimo secolo. Il compositore più noto a Venezia fu Antonio Vivaldi, che è più famoso per la sua serie di concerti per violino Le Quattro Stagioni, ma lavorò anche a più di cinquanta opere. Un'altra figura importante del teatro veneziano durante questo periodo fu Carlo Goldoni. Drammaturgo e librettista, Goldoni lavorò principalmente a commedie, ma scrisse anche diverse opere. Un altro importante librettista fu Pietro Metastasio, che fu una delle figure principali nel genere dell'opera seria e lavorò principalmente a Roma e Napoli, prima di trasferirsi a Vienna.
La divisione tra opera buffa e opera seria, iniziata a Napoli, si diffuse in tutta Europa nel diciottesimo secolo. La disputa tra i due stili fu particolarmente accesa in Francia, dove Jean-Philippe Rameau era uno dei compositori più importanti dell'epoca e un sostenitore dell'opera seria. L'opera buffa era invece sostenuta dal filosofo Jean-Jacques Rousseau, che era anche compositore. L'opera buffa italiana si evolse nell'opéra comique francese, che divenne un genere di spicco tra la fine del diciottesimo e l'inizio del diciannovesimo secolo.
L'opera tedesca invece seguiva più da vicino lo stile italiano, e la maggior parte delle opere erano scritte in italiano. Questo era il caso anche per il più notevole compositore tedesco dell'epoca, Georg Friedrich Händel. Händel si concentrò sulla storia antica e sulla mitologia e compose numerose opere serie, tra cui Rinaldo (1711), Giulio Cesare in Egitto (1724), Orlando (1733), Alcina (1735) e Serse (1738). Lavorò principalmente in Inghilterra e in seguito iniziò a comporre opere in inglese, influenzando l'evoluzione del genere nel paese. Alcuni brani di Händel, come l'aria Lascia Ch’io Pianga da Rinaldo, sono ancora oggi molto noti.
Georg Friedrich Händel in un dipinto del diciottesimo secolo di John Theodore Heins.
L'opera inglese faticò a creare uno stile distinto e la scena operistica fu dominata da Händel e dallo stile italiano. Nel tempo, il pubblico inglese si stancò delle opere händeliane e questo portò al successo de L'Opera del Mendicante (1728) del compositore tedesco Johann Christoph Pepusch. Quest'opera, una satira dell'opera seria italiana, diede il via a un nuovo genere di opera comica in Inghilterra, chiamata ballad opera. Nel frattempo, la scena operistica in altri paesi europei era ancora dominata principalmente da compositori e cantanti italiani che si trasferivano all'estero.
Un nuovo stile iniziò a svilupparsi in Germania verso la fine del diciottesimo secolo, quando alcuni studiosi divennero critici nei confronti dell'opera seria e della musica barocca. Uno di questi fu Christoph Willibald Gluck, che rivoluzionò il genere in difficoltà dell'opera seria con trame più semplici e un maggiore equilibrio tra sezioni musicali e parti cantate, creando opere come Orfeo ed Euridice (1762), Alceste (1767) e Iphigénie en Tauride (1779). Allo stesso tempo, questa fu l'età dell'oro del singspiel, un genere di opera tedesca che includeva trame comiche o romantiche, con elementi di magia e creature fantastiche.
Questi stili influenzarono l'evoluzione dell'opera verso il Classicismo, un genere di teatro e musica che si concentrava su equilibrio e serenità, ricercando bellezza e perfezione. L'opera era molto popolare durante questo periodo tra la fine del diciottesimo e l'inizio del diciannovesimo secolo, e alcuni dei teatri che sono oggi tra i più importanti del mondo furono inaugurati in questo periodo, come La Scala a Milano e La Fenice a Venezia.
Interno del Teatro La Fenice di Venezia visto dal palco (Pietro Tessarin, Wikimedia Commons, CC BY-SA 4.0).
I principali compositori di questo periodo erano Franz Joseph Haydn, Wolfgang Amadeus Mozart e Ludwig van Beethoven. Haydn è considerato il padre della sinfonia moderna e, sebbene si concentrasse principalmente sulla musica da camera, compose anche diverse opere. Fu amico e mentore di Mozart, che era un bambino prodigio e viaggio per l'Europa, imparando diversi stili in giovane età. Ottenne riconoscimento internazionale già nella sua adolescenza, grazie a opere come il singspiel Bastien und Bastienne (1768) e le opere serie Mitridate, Re di Ponto (1770) e Idomeneo (1780).
Dopo il successo di Idomeneo, Mozart si trasferì a Vienna, dove trascorse la maggior parte del resto della sua vita. Mozart ottenne molto successo rompendo la struttura tradizionale delle opere e introducendo nuovi stili musicali in componimenti come il singspiel Il Ratto dal Serraglio (1782). Negli anni successivi, Mozart compose alcune delle opere più famose di tutti i tempi, le più notevoli delle quali sono Le Nozze di Figaro (1786), Don Giovanni (1787), Così Fan Tutte (1790) e la sua ultima opera Il Flauto Magico (1791), considerata il più grande capolavoro del genere singspiel.
Wolfgang Amadeus Mozart in un dipinto del 1780 circa di Johann Nepomuk della Croce.
Similmente a Mozart, anche Beethoven fu una delle figure più importanti della musica occidentale e influenzò l'evoluzione dal Classicismo al Romanticismo. Meglio noto per le sue composizioni musicali, Beethoven scrisse solo un'opera, Fidelio, che debuttò nel 1805. Vari compositori italiani ottennero molto successo durante l'era classica, come Giovanni Paisiello, Domenico Cimarosa e Niccolò Antonio Zingarelli. Il compositore italiano più noto dell'epoca fu Antonio Salieri, che lavorò principalmente in Austria e influenzò pesantemente la scena musicale di Vienna.
L'opera nel diciannovesimo secolo rifletteva l'evoluzione della società occidentale, e compositori, musicisti e attori divennero sempre più indipendenti dall'aristocrazia e dalla Chiesa, creando opere dirette alla gente comune. La maggior parte del secolo fu dominata dal Romanticismo, uno stile che si concentrava sulle emozioni e sulla passione, enfatizzando l'individualità e le azioni eroiche degli esseri umani, piuttosto che le figure mitologiche. Il Romanticismo includeva anche elementi ispirati alla natura e presentava nuovi strumenti, con orchestre e palcoscenici più grandi.
Questo stile, noto come grand opéra, emerse per la prima volta in Francia, dove l'opera seria, l'opera buffa e le riforme di Gluck tendevano a fondersi. I primi esponenti dell'opera romantica francese furono due italiani: Luigi Cherubini e Gaspare Spontini, entrambi considerati tra i più grandi compositori dell'epoca. Roberto il Diavolo di Giacomo Meyerbeer, che debuttò a Parigi nel 1831, è considerata la prima grand opéra e fu un successo immediato grazie alla sua magnificenza. Uno degli esempi più popolari e spettacolari di grand opéra è un'altra composizione di Meyerbeer, Gli Ugonotti (1836).
Nel frattempo, il Romanticismo in Italia era caratterizzato da una componente nazionalista che si mescolava al Risorgimento, il movimento sociale e politico che mirava a unificare la penisola italiana in un unico paese. Il più grande compositore italiano della prima metà del diciannovesimo secolo fu Gioachino Rossini, che incluse nelle sue opere elementi del Classicismo e del Romanticismo. Una delle sue opere più notevoli è Il Barbiere di Siviglia (1816), spesso considerata tra le migliori opere buffe di tutti i tempi. Rossini compose anche numerose opere serie, la più famosa delle quali è Guglielmo Tell (1829), la sua ultima opera prima del suo ritiro.
Altre figure notevoli dell'opera italiana nello stesso periodo furono Vincenzo Bellini e Gaetano Donizetti. Insieme a Rossini, sono considerati i principali compositori del bel canto, uno stile che si concentrava maggiormente sulle voci cantate piuttosto che sull'orchestra. Un esempio notevole di bel canto è Norma (1831) di Bellini, la sua opera più nota. Dopo il ritiro di Rossini e la morte di Bellini, Donizetti emerse come la figura di spicco del teatro italiano, soprattutto dopo il successo di Lucia di Lammermoor (1835), un'opera popolare influenzata dalla grand opéra francese.
La generazione successiva, nota come Tardo Romanticismo, vide l'ascesa di alcuni dei più grandi compositori di tutti i tempi. In Francia, il compositore di origine tedesca Jacques Offenbach divenne uno dei maestri del genere comico. La sua opera più popolare è Orfeo all'Inferno (1858), che rese popolare lo stile di danza del can-can. Un'altra figura degna di nota fu Georges Bizet, che compose Carmen, un'opéra comique che debuttò nel 1875. Ancora oggi Carmen è tra le opere più popolari e frequentemente eseguite, nota per includere le famose arie dell'Habanera e del Toreador. Un'altra notevole opera francese di questo periodo è Lakmé (1883) di Léo Delibes, che contiene il celebre Duetto dei Fiori.
La scena italiana del Tardo Romanticismo fu invece dominata da Giuseppe Verdi. Ispirato dai suoi predecessori, in particolare Rossini, Verdi spesso incluse elementi del movimento risorgimentale nelle sue opere. Dimostrò questo aspetto nell'opera che lo rese popolare: Nabucco (1842). La trama di Nabucco è basata sulla prigionia ebraica a Babilonia, che Verdi paragonò agli italiani sotto il dominio straniero. Verdi continuò a comporre diverse altre opere ispirate alla storia antica e medievale, spesso con una connotazione patriottica, come I Lombardi alla Prima Crociata (1843), Ernani (1844) e Attila (1846).
Nel giro di pochi anni, Verdi presentò per la prima volta Rigoletto (1851), Il Trovatore (1853) e La Traviata (1853), un trio di capolavori che si attengono più strettamente all'aspetto storico e sono tra le opere più famose di tutti i tempi. Più avanti nella sua vita, Verdi continuò a ottenere un successo dopo l'altro, tra cui Don Carlo (1867) e Aida (1871). La seconda è un'opera ambientata nell'antico Egitto, e fu caratterizzata da una delle più grandiose produzioni dell'epoca. Dopo l'enorme successo di Aida, Verdi fu riluttante a scrivere ancora, ma alla fine compose altre due grandi opere: Otello (1887) e Falstaff (1893). Molte delle opere di Verdi sono caratterizzate anche da brani famosi come Va, Pensiero da Nabucco, La Donna è Mobile da Rigoletto e Libiamo ne' Lieti Calici da La Traviata.
Giuseppe Verdi in un dipinto del 1886 di Giovanni Boldini.
Mentre le opere romantiche erano molto popolari in Francia e Italia, questo stile fiorì anche in Germania. Carl Maria von Weber è considerato il padre dell'opera romantica tedesca, grazie a opere come Il Franco Cacciatore (1821). Diversi grandi compositori tedeschi e austro-ungarici di questo periodo, come Franz Schubert, Felix Mendelssohn, Robert Schumann e Franz Liszt, a volte lavorarono anche a opere. Tuttavia, l'opera tedesca raggiunse il suo apice nell'era del Tardo Romanticismo grazie a Richard Wagner.
Wagner unì musica, dramma, poesia, scenografia e filosofia nelle sue opere per creare un'“opera d'arte totale” (gesamtkunstwerk). Formò grandi orchestre e le sue opere seguivano un flusso continuo che integrava la musica in un unico concetto. Una delle sue innovazioni fu il leitmotiv, un passaggio musicale associato a un'idea ricorrente. Molte delle sue opere erano ambientate nel Medioevo, come Rienzi (1842), o basate su miti germanici, tra cui L'Olandese Volante (1843), o spesso entrambe, ad esempio Tannhäuser (1845), Lohengrin (1850) e Tristano e Isotta (1865).
La più grande opera di Wagner è la tetralogia di drammi musicali L'Anello del Nibelungo, liberamente ispirata a leggende germaniche medievali, saghe nordiche e al poema epico del tredicesimo secolo La Canzone dei Nibelunghi. Le quattro parti furono presentate, e spesso eseguite, separatamente e sono: L'Oro del Reno (1869), La Valchiria (1870), Sigfrido (1876) e Il Crepuscolo degli Dei (1876). La più nota è probabilmente La Valchiria, che include il brano Cavalcata delle Valchirie. Un'altra opera degna di nota di Wagner è la sua ultima composizione, Parsifal (1882).
Richard Wagner fotografato nel 1871.
Verso la fine del diciannovesimo secolo, alcuni compositori russi innovarono la scena musicale del paese, creando un nuovo stile influenzato dal Romanticismo occidentale, ma con alcune caratteristiche uniche. Uno di questi fu Modest Mussorgsky, che ottenne un grande successo con la sua opera Boris Godunov (1874). Un'altra figura notevole della musica russa durante questo periodo fu Pëtr Il'ič Tchaikovsky. Sebbene sia più noto per i suoi balletti e concerti, realizzò anche varie opere, tra cui il suo più grande successo Eugenio Onegin (1879). Al di fuori della scena italiana, tedesca, francese o russa, alcune delle opere più notevoli della fine del diciannovesimo e dell'inizio del ventesimo secolo furono realizzate da compositori cechi, come La Sposa Venduta (1866) di Bedřich Smetana e Rusalka (1901) di Antonín Dvořák.
Verso la fine del diciannovesimo secolo emerse in Italia il nuovo genere del verismo. Ispirate dal movimento letterario del Naturalismo, le opere di questo genere includevano spesso personaggi malvagi e riprovevoli nei ruoli principali, con trame sensazionalistiche. Il verismo divenne popolare grazie al successo delle opere Cavalleria Rusticana (1890) di Pietro Mascagni e Pagliacci (1892) di Ruggero Leoncavallo.
Il compositore più noto dello stile del verismo fu Giacomo Puccini, che spesso includeva melodie suggestive e trame passionali. Le sue opere più note sono La Bohème (1896), Tosca (1900), Madama Butterfly (1904) e Turandot (1926), tutte tra le opere più popolari ancora oggi. Turandot è particolarmente degna di nota per l'inclusione della famosa aria Nessun Dorma. Puccini e il verismo influenzarono anche i compositori all'estero, in particolare Gustave Charpentier in Francia, la cui opera più importante è Louise (1900)
Fuori dall'Italia, il post-Romanticismo in Germania fu dominato dal compositore Richard Strauss, che ottenne successo internazionale grazie a opere come Salomè (1905). In Francia, l'opera fu influenzata dal movimento artistico dell'Impressionismo. Uno dei compositori più influenti di questo periodo in Francia fu Claude Debussy, che è meglio conosciuto per le sue opere orchestrali, ma che realizzò anche un'opera molto significativa chiamata Pelléas et Mélisande (1902). Figure importanti nella musica dell'inizio del ventesimo secolo furono i compositori russi Igor Stravinsky, che rese popolare la musica neoclassica, e Sergei Prokofiev, che è meglio noto per i suoi balletti ma realizzò anche varie opere. Un'altra opera degna di nota di questo periodo è Il Castello di Barbablù (1918) del compositore ungherese Béla Bartók.
Nel ventesimo secolo, la musica fu trasformata da nuove tecnologie e stili innovativi, e la produzione di opere declinò con l'avvento della radio e della televisione. Il genere operistico si evolse lentamente nei musical, che svilupparono uno stile unico che divenne particolarmente popolare nella seconda metà del secolo. Dopo la seconda guerra mondiale, l'opera fu considerata obsoleta da molti, e il genere non raggiunse più la popolarità di cui aveva goduto fino a qualche decennio prima.
Nonostante questo, l'opera è riuscita a raggiungere un pubblico globale molto più vasto e a volte è diventata un fenomeno culturale. Questo è accaduto soprattutto negli anni novante grazie ai Tre Tenori, un trio di canto lirico composto dall'italiano Luciano Pavarotti e dagli spagnoli Plácido Domingo e José Carreras, considerati da molti come tre dei più grandi tenori di tutti i tempi. Il trio affascinò il pubblico globale sin dalla loro prima esibizione prima della finale della Coppa del Mondo FIFA del 1990, che fu guardata da oltre 800 milioni di persone in tutto il mondo. La registrazione di questa esibizione è diventata l'album classico più venduto di tutti i tempi e il trio si è esibito in tutto il mondo fino al 2003. Tra i soprani, la cantante più influente dell'opera del ventesimo secolo è stata Maria Callas, mentre altre figure degne di nota includono Montserrat Caballé, Joan Sutherland e Renata Tebaldi, così come Leontyne Price, il primo soprano afroamericano a ricevere fama internazionale.
Oggi, l'opera è eseguita in tutto il mondo e gode ancora di un certo livello di popolarità. La maggior parte delle opere eseguite oggi sono pezzi classici dell'età d'oro del genere, ma spesso vengono anche presentate numerose nuove opere contemporanee. Elementi dell'opera e alcune delle sue composizioni più famose si possono spesso trovare nella musica moderna e nelle colonne sonore dei film, e vari pezzi musicali dell'opera classica sono ampiamente noti al grande pubblico.